La sistemazione critica nell’atlante storico di tutte queste immagini di Napoli, dall’Unità d’Italia alla seconda guerra mondiale, - e in seguito speriamo di allargare l’orizzonte fino ai giorni nostri -, fa percepire in che misura e con quanta tenacia la letteratura e il giornalismo hanno operato nella direzione dello studio della complessità stratificata della città, lottando contro la tentazione di cedere alle comode semplificazioni e ai reiterati pregiudizi, e nella direzione di un ripensamento continuo della città, con l’obiettivo preciso di sottrarla all’immobilismo e di inserirla nella storia d’Italia e d’Europa. Nello sfogliare, poi, l’atlante storico-letterario delle immagini di Napoli, da Villari ai De Filippo, il lettore rimane colpito, sul piano razionale ed emozionale, da quella che è apparsa a giornalisti e scrittori la cifra ricorrente di Napoli, cioè il groviglio di città «strette pigiate indistricabili» (Calvino). Queste si colgono non solo sulla pista del tempo, - la città degli ingiusti nasconde il seme della futura città dei giusti e nell’involucro doppio della città ingiusta e giusta sta nascendo un’altra città ingiusta, e così via di seguito -, ma soprattutto sul versante sincronico: nella città degli ingiusti opera sommersamente anche la città dei giusti e le due città procedono incrociate o mescolate, tangenti o parallele. Così nel groviglio delle città indistricabili sono presenti Babilonia o Gomorra ma anche Gerusalemme, la città del male ma anche la città del bene, la città del vizio ma anche la città della virtù, la città reale ma anche la città dell’utopia, la città avvolta dal buio ma anche la città che attende le prime luci dell’alba, la città morente ma anche la città che vuole rinascere, l’inferno dei viventi ma anche ciò che «non è inferno» e ha bisogno di crescere nella coscienza di tutti.
Le città indistricabili. Nel ventre di Napoli da Villari ai De Filippo / Sabbatino, Pasquale. - STAMPA. - (2007).
Le città indistricabili. Nel ventre di Napoli da Villari ai De Filippo
SABBATINO, PASQUALE
2007
Abstract
La sistemazione critica nell’atlante storico di tutte queste immagini di Napoli, dall’Unità d’Italia alla seconda guerra mondiale, - e in seguito speriamo di allargare l’orizzonte fino ai giorni nostri -, fa percepire in che misura e con quanta tenacia la letteratura e il giornalismo hanno operato nella direzione dello studio della complessità stratificata della città, lottando contro la tentazione di cedere alle comode semplificazioni e ai reiterati pregiudizi, e nella direzione di un ripensamento continuo della città, con l’obiettivo preciso di sottrarla all’immobilismo e di inserirla nella storia d’Italia e d’Europa. Nello sfogliare, poi, l’atlante storico-letterario delle immagini di Napoli, da Villari ai De Filippo, il lettore rimane colpito, sul piano razionale ed emozionale, da quella che è apparsa a giornalisti e scrittori la cifra ricorrente di Napoli, cioè il groviglio di città «strette pigiate indistricabili» (Calvino). Queste si colgono non solo sulla pista del tempo, - la città degli ingiusti nasconde il seme della futura città dei giusti e nell’involucro doppio della città ingiusta e giusta sta nascendo un’altra città ingiusta, e così via di seguito -, ma soprattutto sul versante sincronico: nella città degli ingiusti opera sommersamente anche la città dei giusti e le due città procedono incrociate o mescolate, tangenti o parallele. Così nel groviglio delle città indistricabili sono presenti Babilonia o Gomorra ma anche Gerusalemme, la città del male ma anche la città del bene, la città del vizio ma anche la città della virtù, la città reale ma anche la città dell’utopia, la città avvolta dal buio ma anche la città che attende le prime luci dell’alba, la città morente ma anche la città che vuole rinascere, l’inferno dei viventi ma anche ciò che «non è inferno» e ha bisogno di crescere nella coscienza di tutti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.