La riflessione sui bombardamenti e sulle guerre è sempre stata, soprattutto in Italia dove spesso la storia è sommersa e mistificata nel dibattito politico, vittima di interpretazioni influenzate da rigide posizioni politiche. Il volume rifiuta lo sterile dibattito ideologico tra revisionismo e ortodossia per ragionare liberamente sulla guerra e sulla terribile escalation delle armi distruttive cui il secolo passato ha assistito, sulle ragioni e le dinamiche della violenza. In contrapposizione a una storia militare che cela le vittime delle armi distruttive, propone un punto di vista dal basso, dalla parte della gente, una storia sociale e culturale dei conflitti armati. Il linguaggio militare mette “tra parentesi l’essenziale della guerra” che è sia per i soldati sia per i civili la dimensione della morte e della sofferenza. La guerra vista attraverso gli occhi degli strateghi bellici è una serie di postazioni, di linee, di armi, di tonnellaggi di bombe, di schieramenti su una mappa. Una visione dall’alto che ne rifiuta la drammatica concretezza e che la trasforma in una rappresentazione accettabile. L’autrice cerca invece di entrare in una dimensione reale dei conflitti armati attraverso la vita della gente, dando un volto agli individui nascosti dietro i numeri della morte seriale, i volti loro e dei loro congiunti, cercando una “via di accesso” al vissuto della guerra totale. Per fare ciò si cala sul territorio confrontando la documentazione militare con quella degli archivi locali e nazionali, con le testimonianze, le memorie individuali, familiari, di gruppo, di comunità. L’area geografica messa a fuoco nel testo si può senza dubbio definire esemplare per studiare le dinamiche della violenza nella guerra totale in Europa occidentale. Napoli la più grande città meridionale, una delle più grandi d’Italia e cruciale ai fini della strategia militare, poiché dal suo porto partivano le navi con i soldati e i rifornimenti per l’Africa, è stata la città più bombardata della penisola. Il territorio campano e del basso Lazio subì inoltre i raid aerei legati allo sbarco di Salerno del 9 settembre 1943 e all’avanzata delle truppe alleate, fino alla lunga battaglia di Cassino, sulle cui linee le donne avrebbero sofferto anche gli stupri di massa del Corpo di Spedizione Francese nel maggio 1944. Nello stesso tempo le popolazioni ebbero a subire le violenze della Wehrmacht, particolarmente efferate in un momento in cui i soldati tedeschi, che poco prima avevano combattuto con gli italiani in Sicilia per impedire lo sbarco anglo-americano, portavano a termine propositi di ritorsione verso un ex-alleato considerato traditore. Tutto il territorio fu attraversato dalle linee di fortificazione tedesche e dai combattimenti fra opposte armate, e, in quanto “zona di operazione”, fu sottomesso alle leggi di guerra tedesche. Le dinamiche della guerra totale si sono dunque sviluppate in una misura estrema: ciò consente di indagare territori ed eventi ai margini delle interpretazioni ufficiali, di provare a rispondere a domande difficili. Quale peso hanno le morti? Quale differenza tra le violenze, quale giudizio diamo noi, quale viene espresso dalla gente che le ha subite? Più narrazioni si intessono o si contrappongono: i rapporti militari, le relazioni dei prefetti, dei giudici, dei carabinieri e i racconti di chi ha visto e vissuto bombardamenti e violenze vis a vis. Il volume è un racconto polifonico intessuto su centinaia di voci attraverso cui si delinea il percorso complesso e contraddittorio della storia. Emergono le visioni del mondo, il senso che la gente ha dato alle cose, le sue spiegazioni. Emerge il dolore rimosso. Sono vicende che non hanno avuto spazio nella dimensione pubblica, anche quelle che avrebbero potuto essere inserite a pieno titolo nella mitologia della nazione, come gli episodi di resistenza che caratterizzarono il periodo breve ma intenso dell’occupazione tedesca. Esse non hanno trovato un linguaggio pubblico con cui esprimersi e sono rimaste racchiuse nelle memorie individuali, familiari, di comunità, oppure consegnate al silenzio. Molti dei testimoni parlano per la prima volta della loro esperienza. Per ragioni che sono oggetto dell’analisi, la loro interpretazione non è mutuata da un discorso ideologico o retorico. Prevale nelle testimonianze la dimensione narrativa, che assume una particolare rilevanza nel volume. Le storie, oltre a spiegare il senso dell’attesa e del silenzio, fanno emergere le pratiche di opposizione e di difesa messe in atto dalla gente comune, mostrano anche un mondo forte e coraggioso, in contrapposizione a quella immagine di zona grigia e amorfa con cui è stato ingiustamente dipinto.

Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 1940-44 / Gribaudi, MARIA GABRIELLA. - STAMPA. - (2005), pp. 1-657.

Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 1940-44

GRIBAUDI, MARIA GABRIELLA
2005

Abstract

La riflessione sui bombardamenti e sulle guerre è sempre stata, soprattutto in Italia dove spesso la storia è sommersa e mistificata nel dibattito politico, vittima di interpretazioni influenzate da rigide posizioni politiche. Il volume rifiuta lo sterile dibattito ideologico tra revisionismo e ortodossia per ragionare liberamente sulla guerra e sulla terribile escalation delle armi distruttive cui il secolo passato ha assistito, sulle ragioni e le dinamiche della violenza. In contrapposizione a una storia militare che cela le vittime delle armi distruttive, propone un punto di vista dal basso, dalla parte della gente, una storia sociale e culturale dei conflitti armati. Il linguaggio militare mette “tra parentesi l’essenziale della guerra” che è sia per i soldati sia per i civili la dimensione della morte e della sofferenza. La guerra vista attraverso gli occhi degli strateghi bellici è una serie di postazioni, di linee, di armi, di tonnellaggi di bombe, di schieramenti su una mappa. Una visione dall’alto che ne rifiuta la drammatica concretezza e che la trasforma in una rappresentazione accettabile. L’autrice cerca invece di entrare in una dimensione reale dei conflitti armati attraverso la vita della gente, dando un volto agli individui nascosti dietro i numeri della morte seriale, i volti loro e dei loro congiunti, cercando una “via di accesso” al vissuto della guerra totale. Per fare ciò si cala sul territorio confrontando la documentazione militare con quella degli archivi locali e nazionali, con le testimonianze, le memorie individuali, familiari, di gruppo, di comunità. L’area geografica messa a fuoco nel testo si può senza dubbio definire esemplare per studiare le dinamiche della violenza nella guerra totale in Europa occidentale. Napoli la più grande città meridionale, una delle più grandi d’Italia e cruciale ai fini della strategia militare, poiché dal suo porto partivano le navi con i soldati e i rifornimenti per l’Africa, è stata la città più bombardata della penisola. Il territorio campano e del basso Lazio subì inoltre i raid aerei legati allo sbarco di Salerno del 9 settembre 1943 e all’avanzata delle truppe alleate, fino alla lunga battaglia di Cassino, sulle cui linee le donne avrebbero sofferto anche gli stupri di massa del Corpo di Spedizione Francese nel maggio 1944. Nello stesso tempo le popolazioni ebbero a subire le violenze della Wehrmacht, particolarmente efferate in un momento in cui i soldati tedeschi, che poco prima avevano combattuto con gli italiani in Sicilia per impedire lo sbarco anglo-americano, portavano a termine propositi di ritorsione verso un ex-alleato considerato traditore. Tutto il territorio fu attraversato dalle linee di fortificazione tedesche e dai combattimenti fra opposte armate, e, in quanto “zona di operazione”, fu sottomesso alle leggi di guerra tedesche. Le dinamiche della guerra totale si sono dunque sviluppate in una misura estrema: ciò consente di indagare territori ed eventi ai margini delle interpretazioni ufficiali, di provare a rispondere a domande difficili. Quale peso hanno le morti? Quale differenza tra le violenze, quale giudizio diamo noi, quale viene espresso dalla gente che le ha subite? Più narrazioni si intessono o si contrappongono: i rapporti militari, le relazioni dei prefetti, dei giudici, dei carabinieri e i racconti di chi ha visto e vissuto bombardamenti e violenze vis a vis. Il volume è un racconto polifonico intessuto su centinaia di voci attraverso cui si delinea il percorso complesso e contraddittorio della storia. Emergono le visioni del mondo, il senso che la gente ha dato alle cose, le sue spiegazioni. Emerge il dolore rimosso. Sono vicende che non hanno avuto spazio nella dimensione pubblica, anche quelle che avrebbero potuto essere inserite a pieno titolo nella mitologia della nazione, come gli episodi di resistenza che caratterizzarono il periodo breve ma intenso dell’occupazione tedesca. Esse non hanno trovato un linguaggio pubblico con cui esprimersi e sono rimaste racchiuse nelle memorie individuali, familiari, di comunità, oppure consegnate al silenzio. Molti dei testimoni parlano per la prima volta della loro esperienza. Per ragioni che sono oggetto dell’analisi, la loro interpretazione non è mutuata da un discorso ideologico o retorico. Prevale nelle testimonianze la dimensione narrativa, che assume una particolare rilevanza nel volume. Le storie, oltre a spiegare il senso dell’attesa e del silenzio, fanno emergere le pratiche di opposizione e di difesa messe in atto dalla gente comune, mostrano anche un mondo forte e coraggioso, in contrapposizione a quella immagine di zona grigia e amorfa con cui è stato ingiustamente dipinto.
2005
9788833915845
Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 1940-44 / Gribaudi, MARIA GABRIELLA. - STAMPA. - (2005), pp. 1-657.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/116035
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