Alla ricerca del contribuente. Fisco, catasto, gruppi di potere, ceti emergenti nel Regno di Napoli del XVIII secolo

Accertare e valutare la ricchezza imponibile costituisce un problema chiave della finanza pubblica e le decisioni che vengono prese in tale settore sono dettate da scelte preliminari di natura politica. La genesi di un provvedimento fiscale non sempre risulta chiaramente leggibile perché sfuggono le parti sociali che hanno determinato o contribuito a determinare l’azione dello stato. La vicenda catastale del Settecento napoletano che si propone qui è stata riletta guardando proprio a quali furono le motivazioni originarie di tale iniziativa: esigenze finanziare di bilancio? obiettivo di perequazione fiscale? raggiungimento della “pubblica felicità”? Certo, ma in che direzione si mossero le forze sociali legittimate a dialogare col sovrano sul tema scottante dell’imposta? Quali erano state nei decenni precedenti le istanze dei maggiori gruppi di pressione, in particolare dei titolari del debito pubblico e del patriziato napoletano, a cui il sovrano era subordinato per l’elargizione di nuovi e cospicui sussidi straordinari, indispensabili al funzionamento stesso della macchina statale? Costruita sullo spoglio di una mole cospicua di documenti d’archivio largamente inediti, la ricerca propone un’ipotesi interpretativa che dà conto dei molteplici fattori che vincolano la mano pubblica nel campo della finanza e della fiscalità.