Nel periodo compreso fra il 1961, anno della rottura dei rapporti fra l'Albania e l'Unione Sovietica, e il 1976, le relazioni diplomatiche fra l'Italia e il regime comunista albanese - superata definitivamente la fase emergenziale postbellica - conobbero un certo miglioramento, anche grazie allo sviluppo dei rapporti economici e commerciali fra i due Paesi. Si venne così a determinare una relazione di "buon vicinato" che, nonostante i ripetuti tentativi da parte italiana di favorire, attraverso varie iniziative, un eventuale sviluppo, anche politico, dei rapporti, consentì a Roma di salvaguardare la stabilità in un'area alquanto delicata quale quella adriatico-ionica e, nel complesso, del Mediterraneo centrale. Lo studio, basato sulla documentazione diplomatica italiana, albanese, americana e britannica, consente di analizzare in profondità sia le varie tendenze della politica estera nazionale di quegli anni che la ricerca da parte del regime schipetaro di una collocazione internazionale che, specialmente dopo ch'esso rimase privo del sostegno sovietico, ne assicurasse la sopravvivenza in un'area problematica e caratterizzata dalla presenza di Stati vicini (a partire dalla Grecia e dalla Jugoslavia) con cui esso non mancò di avere rapporti problematici.
Una speranza che non c'era. Quindici anni di rapporti politici ed economici italiano-albanesi (1961-1976) / Stallone, Settimio. - (2019), pp. 3-76.
Una speranza che non c'era. Quindici anni di rapporti politici ed economici italiano-albanesi (1961-1976)
Settimio Stallone
2019
Abstract
Nel periodo compreso fra il 1961, anno della rottura dei rapporti fra l'Albania e l'Unione Sovietica, e il 1976, le relazioni diplomatiche fra l'Italia e il regime comunista albanese - superata definitivamente la fase emergenziale postbellica - conobbero un certo miglioramento, anche grazie allo sviluppo dei rapporti economici e commerciali fra i due Paesi. Si venne così a determinare una relazione di "buon vicinato" che, nonostante i ripetuti tentativi da parte italiana di favorire, attraverso varie iniziative, un eventuale sviluppo, anche politico, dei rapporti, consentì a Roma di salvaguardare la stabilità in un'area alquanto delicata quale quella adriatico-ionica e, nel complesso, del Mediterraneo centrale. Lo studio, basato sulla documentazione diplomatica italiana, albanese, americana e britannica, consente di analizzare in profondità sia le varie tendenze della politica estera nazionale di quegli anni che la ricerca da parte del regime schipetaro di una collocazione internazionale che, specialmente dopo ch'esso rimase privo del sostegno sovietico, ne assicurasse la sopravvivenza in un'area problematica e caratterizzata dalla presenza di Stati vicini (a partire dalla Grecia e dalla Jugoslavia) con cui esso non mancò di avere rapporti problematici.File | Dimensione | Formato | |
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