Il tema della ricerca si occupa dell’unità minima urbana con riferimento all’inversione topologica, riguardante il rapporto tra ‘pieni’ e ‘vuoti’, che la città ha subito nelle sue grammatiche connotative, dopo il XX secolo, strutturandosi mediante grandi isolati ‘aperti’. Tale unità morfologica – definita parte elementare – si vuole intendere come unità insediativa compiuta e reiterabile data dall’insieme di diverse architetture poste tra loro in una relazione ‘necessaria’ e rispondenti quindi a principi insediativi diversi dagli isolati ‘chiusi’ che, per secoli, hanno dettato la costruzione e la forma della città storica secondo principi di ripetizione e variazione. Si ritiene che la parte elementare sia determinante come principio d’ordine per la costruzione di parti urbane di grado superiore, per la trasformazione delle logiche sintattiche dei luoghi e per la risignificazione dello spazio urbano aperto nell’idea di città-natura. L’obiettivo dell’indagine è duplice: da un lato si intende arrivare alla definizione delle componenti costitutive della parte elementare, ponendo l’attenzione sul rapporto relazionale tra esse; dall’altro lato si intende validare l’ipotesi che la parte elementare – verificate le modalità di insediamento, di aggregazione, di variazione e di adattabilità ai contesti – possa riconfigurare ‘per parti’ la città restituendo ai luoghi un proprio ordine riconoscibile.La parte elementare può dunque intendersi anche come principio teorico – di interpretazione e di costruzione della città del nostro tempo – assecondante le aspirazioni alla ricerca di forme capaci di rappresentare un’idea di città e insieme di abitare.

Ricomposizioni urbane. Per un ordine della trasformazione / Nencini, D.; Capozzi, R.; Visconti, F.. - (2019).

Ricomposizioni urbane. Per un ordine della trasformazione

R. Capozzi
Supervision
;
F. Visconti
Supervision
2019

Abstract

Il tema della ricerca si occupa dell’unità minima urbana con riferimento all’inversione topologica, riguardante il rapporto tra ‘pieni’ e ‘vuoti’, che la città ha subito nelle sue grammatiche connotative, dopo il XX secolo, strutturandosi mediante grandi isolati ‘aperti’. Tale unità morfologica – definita parte elementare – si vuole intendere come unità insediativa compiuta e reiterabile data dall’insieme di diverse architetture poste tra loro in una relazione ‘necessaria’ e rispondenti quindi a principi insediativi diversi dagli isolati ‘chiusi’ che, per secoli, hanno dettato la costruzione e la forma della città storica secondo principi di ripetizione e variazione. Si ritiene che la parte elementare sia determinante come principio d’ordine per la costruzione di parti urbane di grado superiore, per la trasformazione delle logiche sintattiche dei luoghi e per la risignificazione dello spazio urbano aperto nell’idea di città-natura. L’obiettivo dell’indagine è duplice: da un lato si intende arrivare alla definizione delle componenti costitutive della parte elementare, ponendo l’attenzione sul rapporto relazionale tra esse; dall’altro lato si intende validare l’ipotesi che la parte elementare – verificate le modalità di insediamento, di aggregazione, di variazione e di adattabilità ai contesti – possa riconfigurare ‘per parti’ la città restituendo ai luoghi un proprio ordine riconoscibile.La parte elementare può dunque intendersi anche come principio teorico – di interpretazione e di costruzione della città del nostro tempo – assecondante le aspirazioni alla ricerca di forme capaci di rappresentare un’idea di città e insieme di abitare.
2019
Ricomposizioni urbane. Per un ordine della trasformazione / Nencini, D.; Capozzi, R.; Visconti, F.. - (2019).
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