Casa Oro in questo scritto è considerata, grazie alla sua concezione ed all’alveo culturale da cui deriva, una sorta di paradigma in cui si incarna un’idea di mediterraneità dell’abitare nata in quel particolare crocevia culturale degli albori del moderno, che vide negli anni trenta l’Europa tutta e Napoli in particolare dibattere sul tema della mediterraneità nel progetto della casa. Una ricerca condotta sulle radici dell’abitare nel bacino del Mediterraneo ha portato ad individuare delle invarianti: il rapporto con l’antico e la domus come archetipo, la costruzione intorno ad uno o più patii ( che si traduce in una sequenza di spazialità interne/esterne/coperte/scoperte), il rapporto con l’architettura spontanea come interpretazione del contesto, la relazione con la forma della terra nella costruzione delle forme della casa. È interessante, una volta avere definito le generalità di queste invarianti, leggerne la specificità nell’interpretazione che Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky ne hanno fornito in Casa Oro. Grazie a questa lettura, condotta anche in virtù della copiosa serie di pubblicazioni, disegni, schizzi che ne documentano in maniera puntuale quasi ogni aspetto, insieme ai racconti di Marilù Oro che ancora lì vive e che testimonia la qualità dell’abitare all’interno degli spazi, ci si chiarisce la paradigmaticità di questo italico stare di fronte al mare, in cui la felicità nasce dall’idea semplice dell’antico che riecheggia nel moderno, l’idea della casa di Ercolano che torna ad affacciarsi sulla Baia di Napoli e delle case di Procida che indicano una modalità di relazionare il sopra ed il sotto, da strada di sopra a casa di sotto, dall’urbano al domestico, nelle modulazioni di luce/ombra/ buio/ sole. Avere sperimentato con gli allievi del corso di Laboratorio I l’esercizio del progetto di una piccola dépendance, un’ addizione immaginata quando il costone a destra e sinistra della casa era ancora libero, (come lo si vede nelle foto pubblicate subito dopo la sua realizzazione), ha consentito, come sempre accade quando si utilizza il progetto come strumento di conoscenza, di apprezzare in particolare l’utilizzo della misura e della proporzione in questa antica casa del moderno definita da Giò Ponti: “La nostra più bella costruzione moderna in fatto di ville.”

Di Fronte al mare. Casa Oro: una casa, tanti miti, un paradigma/Frente al mar. Casa Oro: una casa, muchos mitos, un paradigma / Picone, Adelina. - In: PROYECTO Y CIUDAD. - ISSN 2172-9220. - 10:(2019), pp. 143-156.

Di Fronte al mare. Casa Oro: una casa, tanti miti, un paradigma/Frente al mar. Casa Oro: una casa, muchos mitos, un paradigma.

Adelina Picone
2019

Abstract

Casa Oro in questo scritto è considerata, grazie alla sua concezione ed all’alveo culturale da cui deriva, una sorta di paradigma in cui si incarna un’idea di mediterraneità dell’abitare nata in quel particolare crocevia culturale degli albori del moderno, che vide negli anni trenta l’Europa tutta e Napoli in particolare dibattere sul tema della mediterraneità nel progetto della casa. Una ricerca condotta sulle radici dell’abitare nel bacino del Mediterraneo ha portato ad individuare delle invarianti: il rapporto con l’antico e la domus come archetipo, la costruzione intorno ad uno o più patii ( che si traduce in una sequenza di spazialità interne/esterne/coperte/scoperte), il rapporto con l’architettura spontanea come interpretazione del contesto, la relazione con la forma della terra nella costruzione delle forme della casa. È interessante, una volta avere definito le generalità di queste invarianti, leggerne la specificità nell’interpretazione che Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky ne hanno fornito in Casa Oro. Grazie a questa lettura, condotta anche in virtù della copiosa serie di pubblicazioni, disegni, schizzi che ne documentano in maniera puntuale quasi ogni aspetto, insieme ai racconti di Marilù Oro che ancora lì vive e che testimonia la qualità dell’abitare all’interno degli spazi, ci si chiarisce la paradigmaticità di questo italico stare di fronte al mare, in cui la felicità nasce dall’idea semplice dell’antico che riecheggia nel moderno, l’idea della casa di Ercolano che torna ad affacciarsi sulla Baia di Napoli e delle case di Procida che indicano una modalità di relazionare il sopra ed il sotto, da strada di sopra a casa di sotto, dall’urbano al domestico, nelle modulazioni di luce/ombra/ buio/ sole. Avere sperimentato con gli allievi del corso di Laboratorio I l’esercizio del progetto di una piccola dépendance, un’ addizione immaginata quando il costone a destra e sinistra della casa era ancora libero, (come lo si vede nelle foto pubblicate subito dopo la sua realizzazione), ha consentito, come sempre accade quando si utilizza il progetto come strumento di conoscenza, di apprezzare in particolare l’utilizzo della misura e della proporzione in questa antica casa del moderno definita da Giò Ponti: “La nostra più bella costruzione moderna in fatto di ville.”
2019
Di Fronte al mare. Casa Oro: una casa, tanti miti, un paradigma/Frente al mar. Casa Oro: una casa, muchos mitos, un paradigma / Picone, Adelina. - In: PROYECTO Y CIUDAD. - ISSN 2172-9220. - 10:(2019), pp. 143-156.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/752086
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