Il contributo propriamente storiografico documenta il fatto che anche dopo il suo apice e la sua delegittimazione, vale a dire dopo le catastrofi delle due guerre mondiali, il nazionalismo non sia stato sconfitto e non sia affatto scomparso, ma abbia determinato buona parte del riassetto dell’Europa nel secondo dopoguerra. Il discorso prende le mosse e si conclude con il riferimento all’appello americano del Comitato contro le Espulsioni di Massa (CAME) che nel suo rapporto del 1948 denuncia i 20 milioni di espulsi, di cui 17 milioni di tedeschi, in Europa, soprattutto nell’Est. Si tratta di una “precisa strategia internazionale perseguita ufficialmente dalle potenze vincitrici della guerra, che vide nelle espulsioni di massa, in particolare appunto di tedeschi e germanofoni, lo strumento principale per il riassetto geopolitico dell’Europa centro-orientale sulla base di un processo di omogeneizzazione etno-linguistica degli Stati di questa area del Vecchio Continente, ritenendolo unica garanzia per una stabilità duratura di queste nazioni”. Il saggio esplicita le tre fasi di questo gigantesco esodo: 1. la Fuga di massa spontanea davanti all’avanzata dell’Armata Rossa; 2. le espulsioni ‘selvagge’; 3. le ‘espulsioni ordinate’, sulla base delle decisioni degli Alleati alla Conferenza di Potsdam. Le cifre precise fanno solo presagire le enormi sofferenze, con centinaia di migliaia di morti avvenute, anche in questo caso, per calcolo e volontà precisa di una politica nazionalista o per risolvere ‘definitivamente’ la questione delle nazionalità all’interno degli Stati dell’Europa centro-orientale. Il riferimento alla più grande catastrofe navale di tutti i tempi, l’affondamento della nave Wilhelm Gustloff, con circa 9600 morti, dimostra inoltre come un evento, ricordato prima dalla letteratura, e precisamente dal premio Nobel Günter Grass ne "Il passo del gambero", entri di peso nella storiografia.

Nazionalismo, trasferimenti forzati e ridefinizione etnica nell’Europa centro-orientale alla fine della seconda guerra mondiale: il caso dei rifugiati tedeschi e germanofoni e l’attivismo umanitario americano / D'Onofrio, Andrea. - (2018), pp. 93-117.

Nazionalismo, trasferimenti forzati e ridefinizione etnica nell’Europa centro-orientale alla fine della seconda guerra mondiale: il caso dei rifugiati tedeschi e germanofoni e l’attivismo umanitario americano

Andrea D'Onofrio
2018

Abstract

Il contributo propriamente storiografico documenta il fatto che anche dopo il suo apice e la sua delegittimazione, vale a dire dopo le catastrofi delle due guerre mondiali, il nazionalismo non sia stato sconfitto e non sia affatto scomparso, ma abbia determinato buona parte del riassetto dell’Europa nel secondo dopoguerra. Il discorso prende le mosse e si conclude con il riferimento all’appello americano del Comitato contro le Espulsioni di Massa (CAME) che nel suo rapporto del 1948 denuncia i 20 milioni di espulsi, di cui 17 milioni di tedeschi, in Europa, soprattutto nell’Est. Si tratta di una “precisa strategia internazionale perseguita ufficialmente dalle potenze vincitrici della guerra, che vide nelle espulsioni di massa, in particolare appunto di tedeschi e germanofoni, lo strumento principale per il riassetto geopolitico dell’Europa centro-orientale sulla base di un processo di omogeneizzazione etno-linguistica degli Stati di questa area del Vecchio Continente, ritenendolo unica garanzia per una stabilità duratura di queste nazioni”. Il saggio esplicita le tre fasi di questo gigantesco esodo: 1. la Fuga di massa spontanea davanti all’avanzata dell’Armata Rossa; 2. le espulsioni ‘selvagge’; 3. le ‘espulsioni ordinate’, sulla base delle decisioni degli Alleati alla Conferenza di Potsdam. Le cifre precise fanno solo presagire le enormi sofferenze, con centinaia di migliaia di morti avvenute, anche in questo caso, per calcolo e volontà precisa di una politica nazionalista o per risolvere ‘definitivamente’ la questione delle nazionalità all’interno degli Stati dell’Europa centro-orientale. Il riferimento alla più grande catastrofe navale di tutti i tempi, l’affondamento della nave Wilhelm Gustloff, con circa 9600 morti, dimostra inoltre come un evento, ricordato prima dalla letteratura, e precisamente dal premio Nobel Günter Grass ne "Il passo del gambero", entri di peso nella storiografia.
2018
9788869955099
Nazionalismo, trasferimenti forzati e ridefinizione etnica nell’Europa centro-orientale alla fine della seconda guerra mondiale: il caso dei rifugiati tedeschi e germanofoni e l’attivismo umanitario americano / D'Onofrio, Andrea. - (2018), pp. 93-117.
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