Quale impatto le istituzioni possono avere sull’economia e sulla società, su quantità e qualità dei servizi pubblici, sull’ambiente, sull’efficienza complessiva di un territorio e sulla sua crescita è un quesito di ricerca che è stato oggetto di studio da parte di un ampio filone della letteratura economica, che negli ultimi anni ha evidenziato una crescente attenzione al ruolo che i contesti politico-amministrativi e socio-storico-culturali rivestono nel condizionare e orientare i processi di sviluppo. La definizione di Istituzioni più nota in letteratura è quella proposta da Douglass North, secondo il quale “le istituzioni sono le regole del gioco in una società (…)”. Esse contribuiscono a formare l’insieme di incentivi alla base del comportamento e delle scelte di individui ed imprese e pertanto influenzano significativamente il grado di sviluppo di un’economia, la sua attitudine a crescere, l’ampiezza delle disuguaglianze, e molti altri aspetti di una società. Le istituzioni sono dunque da una parte gli enti formalmente costituiti (Governo, Pubblica Amministrazione, Regioni, Comuni, Tribunali, Università, Scuola, Associazioni, ecc.) dall’altra l’insieme di regole (anche non scritte) capaci di modificare strutturalmente i comportamenti dei singoli individui, delle organizzazioni e, nel medio e lungo periodo, di intere collettività. Ma perché le istituzioni sono così importanti nel determinare i risultati economici? E, ciò che è più importante per i responsabili delle politiche regionali, possono le istituzioni locali essere considerate come uno dei fattori chiave nello sviluppo locale? E infine, se la qualità istituzionale è così importante, come possiamo misurarla concretamente? Il seguito di questo articolo intende fornire qualche risposta alle domande poste, a cominciare dall’ultimo punto: la misurazione della qualità delle istituzioni.

StrumentiRes / Vecchione, Gaetano; Nifo, Annamaria. - In: STRUMENTIRES. - ISSN 2279-6851. - VII:2(2015).

StrumentiRes

gaetano vecchione
;
2015

Abstract

Quale impatto le istituzioni possono avere sull’economia e sulla società, su quantità e qualità dei servizi pubblici, sull’ambiente, sull’efficienza complessiva di un territorio e sulla sua crescita è un quesito di ricerca che è stato oggetto di studio da parte di un ampio filone della letteratura economica, che negli ultimi anni ha evidenziato una crescente attenzione al ruolo che i contesti politico-amministrativi e socio-storico-culturali rivestono nel condizionare e orientare i processi di sviluppo. La definizione di Istituzioni più nota in letteratura è quella proposta da Douglass North, secondo il quale “le istituzioni sono le regole del gioco in una società (…)”. Esse contribuiscono a formare l’insieme di incentivi alla base del comportamento e delle scelte di individui ed imprese e pertanto influenzano significativamente il grado di sviluppo di un’economia, la sua attitudine a crescere, l’ampiezza delle disuguaglianze, e molti altri aspetti di una società. Le istituzioni sono dunque da una parte gli enti formalmente costituiti (Governo, Pubblica Amministrazione, Regioni, Comuni, Tribunali, Università, Scuola, Associazioni, ecc.) dall’altra l’insieme di regole (anche non scritte) capaci di modificare strutturalmente i comportamenti dei singoli individui, delle organizzazioni e, nel medio e lungo periodo, di intere collettività. Ma perché le istituzioni sono così importanti nel determinare i risultati economici? E, ciò che è più importante per i responsabili delle politiche regionali, possono le istituzioni locali essere considerate come uno dei fattori chiave nello sviluppo locale? E infine, se la qualità istituzionale è così importante, come possiamo misurarla concretamente? Il seguito di questo articolo intende fornire qualche risposta alle domande poste, a cominciare dall’ultimo punto: la misurazione della qualità delle istituzioni.
2015
StrumentiRes / Vecchione, Gaetano; Nifo, Annamaria. - In: STRUMENTIRES. - ISSN 2279-6851. - VII:2(2015).
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