Questo saggio nasce nell’ottica di testare il superamento di quella logica unitaria, semplificata e monodimensionale, con cui si è data in passato rappresentazione dell’identità, in favore di un approccio più complesso che vede nell’identità contemporanea i tratti della molteplicità, instabilità, e multidimensionalità, soprattutto quando al centro del dibattito viene posta al centro la categoria dei giovani. Dunque, identità come oggetto di studio frammentato, composito e mutevole, che necessita di essere indagato a partire dalle dimensioni diverse che la compongono e che finiscono per delineare l’essenza. La base empirica dello studio che si presenta è stata ricostruita a partire dai dati raccolti nell’ambito della ricerca “Identità e Natura”, ricerca comparata internazionale basata sulla somministrazione di interviste volte ad indagare i profili identitari contemporanei che verrà descritta nei suoi particolari nel paragrafo 2. In particolare, dalle interviste sono stati recuperati gli interrogativi volti a rilevare la percezione che gli intervistati hanno di sé in rapporto a due delle dimensioni rilevanti nel processo di costruzione identitaria: l’identificazione nei contesti relazionali e il senso di appartenenza negli ambiti territoriali di riferimento. Partendo dal presupposto per il quale i processi di cambiamento della società odierna accompagnano e insieme generano il mutamento dei processi identitari, l’analisi, di cui qui si da conto, ha l’intento di ispezionare le dimensioni latenti utili ad interpretare questo doppio processo di mutamento e i suoi impatti in termini di costruzione identitaria sui giovani attraverso un approccio esplorativo-multidimensionale. Il primo dei due campi esplorati dalla ricerca riguarda i centri di identificazione che nella letteratura sociologica si individuano nei processi di socializzazione primaria e secondaria. Lo studio affianca alle categorie classiche considerate dalla teoria sociale da sempre interessata ai gruppi di riferimento – famiglia, gruppo di amici, categoria professionale, classe sociale, genere, classe d’età, razza, parte politica, comunità religiosa – anche alcune sfere di identificazione più ampie che riflettono aree di sensibilità maturate soprattutto negli ultimi decenni attraverso, ad esempio, i movimenti sociali portatori di istanze animaliste e ambientaliste ancorate a concezioni universaliste. Qui l’orizzonte va oltre le relazioni sociali particolari e si apre al riconoscimento di uno spazio universale di esistenza comune al genere umano, alla specie animale, all’universo vivente e ai corpi fisici che sono parte del cosmo . La seconda sfera dell’indagine riguarda l’ambito spaziale nel quale si riconoscono gli intervistati, cioè il livello territoriale nel quale essi si contestualizzano e su cui proiettano i propri confini del mondo – il quartiere, la città, la provincia, la regione, l’Italia, l’Europa, l’Occidente o il mondo intero. Gli ambiti di riferimento territoriali, in tal senso, definiscono le dimensioni spaziali cui gli individui sentono di appartenere; i parametri geografici di riferimento sono rappresentativi sia dei legami e delle reti sociali percepite come più prossime, sia del senso di appartenenza a comunità e cittadinanze culturali che non si definiscono seguendo le coordinate geografiche, etniche o linguistiche, bensì in relazione al portato valoriale e simbolico che esse esprimono. In altri termini, assumendo il concetto di ‘comunità simbolica’ i confini non sono disegnati da ‘fatti di natura’ ma da fatti sociali e culturali (Cohen 1985). Sottolineandone la rilevanza alla luce dei processi di cambiamento che interessano il mondo contemporaneo, pur per opposte ragioni, alcuni autori individuano traiettorie delle ‘identità culturali’ basate sul senso di una comune origine e su legami consolidati tra comunità, territorio e cultura, usate per segnare i confini in-group/out-group e per: rafforzare, in una dimensione locale, la coesione e il senso di continuità con il passato, con la tradizione e la storia (Sciolla 2002, 143-145); arginare il senso di sradicamento, frammentazione e anonimato attraverso la partecipazione agli ambienti cui si appartiene naturalmente (Weil 1996, 49); mostrare, come accade nei fondamentalismi, che ciò può trasformarsi anche nelle forme di fanatismo e violenza che alimentano le attuali forme del conflitto globale. Al tempo stesso, nelle articolazioni della visione cosmopolita, dalla pluralità di culture messe in connessione dalle reti globali, emergono nuove e molteplici chiavi interpretative delle lotte per il riconoscimento, dei processi di inclusione/esclusione e delle trasformazioni nelle configurazioni identitarie, individuali e collettive, nelle mutate condizioni e concezioni della diversità culturale, del multiculturalismo e della transculturalità (Catellani 2005). Nello scenario contemporaneo, i mutamenti sociali che hanno portato alla definizione della network society riguardano parimenti i flussi economico-finanziari e mediatici, le geometrie geopolitiche globali, le modalità e le opportunità delle relazioni sociali nello spazio e nel tempo, le componenti percepite e il potere delle identità ricercate e manifestate (Castells 1996/2002; 1997/2004). Per le peculiari caratteristiche di apertura e interconnessione che caratterizzano il paradigma reticolare questo spazio dei flussi è attraversato da mutamenti e trasformazioni dei confini e delle comunità di appartenenza, il che genera processi che originano in nodi locali e si sviluppano su traiettorie globali e viceversa, e attiva e disattiva segmenti della società globalizzata attraverso strutture di potere sostenute dalle reti e dai flussi mediali (Castells 2009). In questa cornice appare interessante rilevare i diversi orientamenti identitari territoriali, sociali e culturali, che convivono o si definiscono in contraddizione: l’attuale forza di attrazione degli ambiti di riferimento globali e di quelli sovranazionali, e in particolare i tratti identitari occidentali, europeisti e antieuropeisti; la forme di identificazione nazionale, utili a evidenziare i mutamenti intervenuti rispetto alla dimensione identitaria caratterizzante l’epoca moderna; i diversi livelli di radicamento territoriale espressi dall’auto-collocazione nel contesto regionale o provinciale, o dal senso di appartenenza alle comunità cittadina o dai legami più prossimi con il proprio quartiere.

Questioni di identità: un focus sui giovani italiani / Leone, S.; Palmieri, M.; Punziano, G.. - (2019), pp. 13-32.

Questioni di identità: un focus sui giovani italiani

Punziano G.
2019

Abstract

Questo saggio nasce nell’ottica di testare il superamento di quella logica unitaria, semplificata e monodimensionale, con cui si è data in passato rappresentazione dell’identità, in favore di un approccio più complesso che vede nell’identità contemporanea i tratti della molteplicità, instabilità, e multidimensionalità, soprattutto quando al centro del dibattito viene posta al centro la categoria dei giovani. Dunque, identità come oggetto di studio frammentato, composito e mutevole, che necessita di essere indagato a partire dalle dimensioni diverse che la compongono e che finiscono per delineare l’essenza. La base empirica dello studio che si presenta è stata ricostruita a partire dai dati raccolti nell’ambito della ricerca “Identità e Natura”, ricerca comparata internazionale basata sulla somministrazione di interviste volte ad indagare i profili identitari contemporanei che verrà descritta nei suoi particolari nel paragrafo 2. In particolare, dalle interviste sono stati recuperati gli interrogativi volti a rilevare la percezione che gli intervistati hanno di sé in rapporto a due delle dimensioni rilevanti nel processo di costruzione identitaria: l’identificazione nei contesti relazionali e il senso di appartenenza negli ambiti territoriali di riferimento. Partendo dal presupposto per il quale i processi di cambiamento della società odierna accompagnano e insieme generano il mutamento dei processi identitari, l’analisi, di cui qui si da conto, ha l’intento di ispezionare le dimensioni latenti utili ad interpretare questo doppio processo di mutamento e i suoi impatti in termini di costruzione identitaria sui giovani attraverso un approccio esplorativo-multidimensionale. Il primo dei due campi esplorati dalla ricerca riguarda i centri di identificazione che nella letteratura sociologica si individuano nei processi di socializzazione primaria e secondaria. Lo studio affianca alle categorie classiche considerate dalla teoria sociale da sempre interessata ai gruppi di riferimento – famiglia, gruppo di amici, categoria professionale, classe sociale, genere, classe d’età, razza, parte politica, comunità religiosa – anche alcune sfere di identificazione più ampie che riflettono aree di sensibilità maturate soprattutto negli ultimi decenni attraverso, ad esempio, i movimenti sociali portatori di istanze animaliste e ambientaliste ancorate a concezioni universaliste. Qui l’orizzonte va oltre le relazioni sociali particolari e si apre al riconoscimento di uno spazio universale di esistenza comune al genere umano, alla specie animale, all’universo vivente e ai corpi fisici che sono parte del cosmo . La seconda sfera dell’indagine riguarda l’ambito spaziale nel quale si riconoscono gli intervistati, cioè il livello territoriale nel quale essi si contestualizzano e su cui proiettano i propri confini del mondo – il quartiere, la città, la provincia, la regione, l’Italia, l’Europa, l’Occidente o il mondo intero. Gli ambiti di riferimento territoriali, in tal senso, definiscono le dimensioni spaziali cui gli individui sentono di appartenere; i parametri geografici di riferimento sono rappresentativi sia dei legami e delle reti sociali percepite come più prossime, sia del senso di appartenenza a comunità e cittadinanze culturali che non si definiscono seguendo le coordinate geografiche, etniche o linguistiche, bensì in relazione al portato valoriale e simbolico che esse esprimono. In altri termini, assumendo il concetto di ‘comunità simbolica’ i confini non sono disegnati da ‘fatti di natura’ ma da fatti sociali e culturali (Cohen 1985). Sottolineandone la rilevanza alla luce dei processi di cambiamento che interessano il mondo contemporaneo, pur per opposte ragioni, alcuni autori individuano traiettorie delle ‘identità culturali’ basate sul senso di una comune origine e su legami consolidati tra comunità, territorio e cultura, usate per segnare i confini in-group/out-group e per: rafforzare, in una dimensione locale, la coesione e il senso di continuità con il passato, con la tradizione e la storia (Sciolla 2002, 143-145); arginare il senso di sradicamento, frammentazione e anonimato attraverso la partecipazione agli ambienti cui si appartiene naturalmente (Weil 1996, 49); mostrare, come accade nei fondamentalismi, che ciò può trasformarsi anche nelle forme di fanatismo e violenza che alimentano le attuali forme del conflitto globale. Al tempo stesso, nelle articolazioni della visione cosmopolita, dalla pluralità di culture messe in connessione dalle reti globali, emergono nuove e molteplici chiavi interpretative delle lotte per il riconoscimento, dei processi di inclusione/esclusione e delle trasformazioni nelle configurazioni identitarie, individuali e collettive, nelle mutate condizioni e concezioni della diversità culturale, del multiculturalismo e della transculturalità (Catellani 2005). Nello scenario contemporaneo, i mutamenti sociali che hanno portato alla definizione della network society riguardano parimenti i flussi economico-finanziari e mediatici, le geometrie geopolitiche globali, le modalità e le opportunità delle relazioni sociali nello spazio e nel tempo, le componenti percepite e il potere delle identità ricercate e manifestate (Castells 1996/2002; 1997/2004). Per le peculiari caratteristiche di apertura e interconnessione che caratterizzano il paradigma reticolare questo spazio dei flussi è attraversato da mutamenti e trasformazioni dei confini e delle comunità di appartenenza, il che genera processi che originano in nodi locali e si sviluppano su traiettorie globali e viceversa, e attiva e disattiva segmenti della società globalizzata attraverso strutture di potere sostenute dalle reti e dai flussi mediali (Castells 2009). In questa cornice appare interessante rilevare i diversi orientamenti identitari territoriali, sociali e culturali, che convivono o si definiscono in contraddizione: l’attuale forza di attrazione degli ambiti di riferimento globali e di quelli sovranazionali, e in particolare i tratti identitari occidentali, europeisti e antieuropeisti; la forme di identificazione nazionale, utili a evidenziare i mutamenti intervenuti rispetto alla dimensione identitaria caratterizzante l’epoca moderna; i diversi livelli di radicamento territoriale espressi dall’auto-collocazione nel contesto regionale o provinciale, o dal senso di appartenenza alle comunità cittadina o dai legami più prossimi con il proprio quartiere.
2019
9788891793386
Questioni di identità: un focus sui giovani italiani / Leone, S.; Palmieri, M.; Punziano, G.. - (2019), pp. 13-32.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/746810
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