Negli ultimi decenni, i metodi di diagnostica molecolare hanno determinato notevoli cambiamenti nella ricerca delle malattie trasmesse da artropodi. Un sempre più ampio numero di microrganismi è stato isolato con tali metodiche nelle zecche ed in altri artropodi e contemporaneamente nei tessuti dei loro ospiti (Parola et al., 2005a). Ciò ha favorito un aumento degli isolamenti di microrganismi nei vettori prima ancora che fosse stabilita una precisa relazione tra un determinato agente infettivo e la malattia nell’uomo o in una determinata specie animale. Ciò assume particolare importanza se si pensa che possono trascorrere alcuni anni tra il primo isolamento di un microrganismo negli artropodi vettori e l’identificazione del primo caso in umana (Vitale et al., 2006). Con l’utilizzo di tali metodiche è stato possibile presupporre il rischio di infezione in una determinata area geografica per le specie animali selvatiche, per gli animali da reddito e da compagnia in zone rurali a stretto contatto con la fauna selvatica e il reale rischio d’infezione per l’uomo. Vi è una richiesta crescente di ampliare la ricerca sui microrganismi associati alla infezioni trasmesse da artropodi dei quali molto poco si conosce circa la ecologia, epidemiologia ed evoluzione clinica nell’uomo e negli animali, al fine di chiarire anche il loro impatto sulla salute pubblica. Non è chiaro se molte di queste infezioni definite emergenti siano state trascurate o fossero realmente assenti in una determinata area geografica visto che per esempio in Italia nella fauna selvatica non esistono dati riguardo la maggior parte di tali agenti infettivi. Rickettsiaceae e Piroplasmidae rispettivamente batteri e protozoi intracellulari obbligati trasmessi da artropodi sono oggi oggetto di numerosi studi. Entrambi i gruppi sono considerati agenti di malattie zoonosiche emergenti in molte parti del mondo (Parola et al. 2005b) in cui la fauna selvatica sembra giocare un ruolo fondamentale (Schex et al., 2011; Otranto et al. 2015; Alvarado-Rybak et al., 2016). Basti pensare che è stato calcolato che più del 70% di tutte le malattie infettive emergenti originano dalla fauna selvatica (Elsheikha, 2014). Con la presente ricerca ci si prefigge di ottenere per la prima volta in Italia importanti informazioni riguardo le malattie trasmesse da artropodi (Rickettsiaceae e Piroplasmidae) nei mammiferi selvatici per capire il ruolo delle diverse specie di artropodi e della fauna selvatica nella epidemiologia di tali malattie infettive. Obiettivo generale Mettere a punto dei metodi di diagnostica molecolare (PCR) per la ricerca di Rickettsiaceae e Piroplasmidae nei micro e macromammiferi selvatici. Obiettivi specifici 1) Valutare la prevalenza e caratterizzare con metodi biomolecolari Ehrlichia spp., Rickettsia spp., Babesia spp. e Theileria spp. in organi e tessuti di elezione e negli ectoparassiti raccolti dagli animali selvatici. 2) Valutare quali ospiti possono fungere da serbatoi e quali da ospiti accidentali. 3) Valutare l’impatto di tali infezioni sui loro ospiti ed il reale rischio sanitario per l’uomo.

Messa a punto di metodi di diagnostica molecolare ed indagine eco-epidemiologica per l’identificazione di Rickettsiaceae e Piroplasmidae trasmessi da artropodi ai mammiferi selvatici, con particolare riferimento ad agenti di interesse zoonotico / Veneziano, V. - (2017). (Intervento presentato al convegno Messa a punto di metodi di diagnostica molecolare ed indagine eco-epidemiologica per l’identificazione di Rickettsiaceae e Piroplasmidae trasmessi da artropodi ai mammiferi selvatici, con particolare riferimento ad agenti di interesse zoonotico nel 02.10.2017).

Messa a punto di metodi di diagnostica molecolare ed indagine eco-epidemiologica per l’identificazione di Rickettsiaceae e Piroplasmidae trasmessi da artropodi ai mammiferi selvatici, con particolare riferimento ad agenti di interesse zoonotico

Veneziano V
2017

Abstract

Negli ultimi decenni, i metodi di diagnostica molecolare hanno determinato notevoli cambiamenti nella ricerca delle malattie trasmesse da artropodi. Un sempre più ampio numero di microrganismi è stato isolato con tali metodiche nelle zecche ed in altri artropodi e contemporaneamente nei tessuti dei loro ospiti (Parola et al., 2005a). Ciò ha favorito un aumento degli isolamenti di microrganismi nei vettori prima ancora che fosse stabilita una precisa relazione tra un determinato agente infettivo e la malattia nell’uomo o in una determinata specie animale. Ciò assume particolare importanza se si pensa che possono trascorrere alcuni anni tra il primo isolamento di un microrganismo negli artropodi vettori e l’identificazione del primo caso in umana (Vitale et al., 2006). Con l’utilizzo di tali metodiche è stato possibile presupporre il rischio di infezione in una determinata area geografica per le specie animali selvatiche, per gli animali da reddito e da compagnia in zone rurali a stretto contatto con la fauna selvatica e il reale rischio d’infezione per l’uomo. Vi è una richiesta crescente di ampliare la ricerca sui microrganismi associati alla infezioni trasmesse da artropodi dei quali molto poco si conosce circa la ecologia, epidemiologia ed evoluzione clinica nell’uomo e negli animali, al fine di chiarire anche il loro impatto sulla salute pubblica. Non è chiaro se molte di queste infezioni definite emergenti siano state trascurate o fossero realmente assenti in una determinata area geografica visto che per esempio in Italia nella fauna selvatica non esistono dati riguardo la maggior parte di tali agenti infettivi. Rickettsiaceae e Piroplasmidae rispettivamente batteri e protozoi intracellulari obbligati trasmessi da artropodi sono oggi oggetto di numerosi studi. Entrambi i gruppi sono considerati agenti di malattie zoonosiche emergenti in molte parti del mondo (Parola et al. 2005b) in cui la fauna selvatica sembra giocare un ruolo fondamentale (Schex et al., 2011; Otranto et al. 2015; Alvarado-Rybak et al., 2016). Basti pensare che è stato calcolato che più del 70% di tutte le malattie infettive emergenti originano dalla fauna selvatica (Elsheikha, 2014). Con la presente ricerca ci si prefigge di ottenere per la prima volta in Italia importanti informazioni riguardo le malattie trasmesse da artropodi (Rickettsiaceae e Piroplasmidae) nei mammiferi selvatici per capire il ruolo delle diverse specie di artropodi e della fauna selvatica nella epidemiologia di tali malattie infettive. Obiettivo generale Mettere a punto dei metodi di diagnostica molecolare (PCR) per la ricerca di Rickettsiaceae e Piroplasmidae nei micro e macromammiferi selvatici. Obiettivi specifici 1) Valutare la prevalenza e caratterizzare con metodi biomolecolari Ehrlichia spp., Rickettsia spp., Babesia spp. e Theileria spp. in organi e tessuti di elezione e negli ectoparassiti raccolti dagli animali selvatici. 2) Valutare quali ospiti possono fungere da serbatoi e quali da ospiti accidentali. 3) Valutare l’impatto di tali infezioni sui loro ospiti ed il reale rischio sanitario per l’uomo.
2017
Messa a punto di metodi di diagnostica molecolare ed indagine eco-epidemiologica per l’identificazione di Rickettsiaceae e Piroplasmidae trasmessi da artropodi ai mammiferi selvatici, con particolare riferimento ad agenti di interesse zoonotico / Veneziano, V. - (2017). (Intervento presentato al convegno Messa a punto di metodi di diagnostica molecolare ed indagine eco-epidemiologica per l’identificazione di Rickettsiaceae e Piroplasmidae trasmessi da artropodi ai mammiferi selvatici, con particolare riferimento ad agenti di interesse zoonotico nel 02.10.2017).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/746016
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