Si sta consolidando un divario strutturale tra le offerte formative delle sedi universitarie tra Nord e Sud. Per invertire questa tendenza è necessario un piano di valorizzazione delle Università del Mezzogiorno. Un fattore è la crisi economica generale dell’Italia e l’impoverimento medio delle famiglie che non possono più scegliere di mandare all’estero a studiare i propri figli e quindi è un incremento di immatricolazioni “di rientro”; dovendo scegliere di fare restare in Italia a studiare i propri figli allora sono preferite le sedi universitarie del Nord. L’elevato regime di tassazione per gli studenti, i numeri chiusi, l’assenza di servizi agli studenti, la progressiva esclusione degli studenti lavoratori, il costo delle preparazioni al superamento dei test di accesso sono tutti fattori che minano il diritto allo studio. La politica dell’eccellenza sbandierata e della competizione deformano la reale missione della scuola e dell’università che deve essere, invece, fondata sulla cooperazione e sul perseguimento dell’obiettivo di far crescere culturalmente l’intera società e questo senza escludere il favorire anche l’eccellenza. Frammentazione dei ruoli del precariato e prolungamento temporale delle immissioni nei ruoli a tempo indeterminato sono condizioni ormai inaccettabili, migliaia di giovani vivono con questa aspettativa, non si può continuare a non dar loro un’adeguata risposta in termini lavorativi. Gli studenti si vogliono iscrivere all’università e il sistema così com’è stato concepito li “respinge in mare”; molti laureati vorrebbero continuare a lavorare nella ricerca e nell’università e non si consente loro di poter offrire il contributo alla società, si direbbe che il progetto politico di decervellamento del Paese è sulla buona strada. CoNPAss e Rete29Aprile sono i movimenti nati per contrastare l’approvazione della Legge 240/2010 e tutti i decreti attuativi che sono scaturiti. Le finalità della riforma sono rivolte esclusivamente al soffocamento del sistema universitario pubblico statale e al de-finanziamento dell’intero comparto. A sei anni dal varo della riforma Gelmini ormai è a tutti chiaro il progetto politico suggerito dall’interno del sistema universitario stesso. Plasmare una verticalizzazione spinta con la promessa di consentire un vero e proprio genocidio generazionale per immettere una nuova generazione di nativi digitali a spese di tutti quei ricercatori e docenti che hanno fatto fronte alle esigenze imposte dall’università di massa per la mobilità sociale dell’intero paese e che ora, al contrario, non sono più compatibili con la nuova università d’elite che si sta ridisegnando. In opposizione a questa direzione andava agevolato il progetto del Ruolo Unico dei docenti e dei ricercatori universitari sulla base della proposta di disegno di legge del CoNPAss. In questo momento dobbiamo dimostrare che si arretra in Italia sulle politiche da mettere in atto per garantire il Diritto allo Studio di tutti e che se anche, e qui vi prego di fare attenzione, per l'anno accademico da poco trascorso, 2015/2016, si è registrato un incremento lieve di nuove immatricolazioni, appena il + 2,3 % (fonte MIUR), rispetto alla decrescita spaventosa di oltre 70mila iscrizioni in meno registrate nell'ultimo quinquennio, deve essere precisato che l'incremento è risultato del + 5,2 % negli Atenei del Centro-Nord contro una decrescita pari a - 2,4 % negli Atenei del Sud e delle Isole. Tale situazione dimostra che il divario tra le sedi universitarie del Paese è aumentato ulteriormente aggravando in maniera irreversibile la condizione del mondo del lavoro della formazione e della ricerca nel meridione. Credo, inoltre, che l'incremento lieve registrato di immatricolazioni negli Atenei del Paese sia dovuto alla crisi economica che ormai investe fasce di popolazione sempre più ampie e che fa ripiegare le famiglie nuovamente sulla scelta di far frequentare ai propri figli per gli studi universitari non le sedi all'estero ma quelle italiane, cioè la scelta è fatta per la ridotta capacità della spesa complessiva delle famiglie italiane.

Scuola e Università, la nuova Questione Meridionale, Sessione Diritto allo Studio / Buondonno, Emma. - (2016). (Intervento presentato al convegno Intr/Azioni tra saperi: una visione in 3 D tenutosi a Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II, Palazzo Gravina, Napoli nel 6 maggio 2016).

Scuola e Università, la nuova Questione Meridionale, Sessione Diritto allo Studio

BUONDONNO, EMMA
2016

Abstract

Si sta consolidando un divario strutturale tra le offerte formative delle sedi universitarie tra Nord e Sud. Per invertire questa tendenza è necessario un piano di valorizzazione delle Università del Mezzogiorno. Un fattore è la crisi economica generale dell’Italia e l’impoverimento medio delle famiglie che non possono più scegliere di mandare all’estero a studiare i propri figli e quindi è un incremento di immatricolazioni “di rientro”; dovendo scegliere di fare restare in Italia a studiare i propri figli allora sono preferite le sedi universitarie del Nord. L’elevato regime di tassazione per gli studenti, i numeri chiusi, l’assenza di servizi agli studenti, la progressiva esclusione degli studenti lavoratori, il costo delle preparazioni al superamento dei test di accesso sono tutti fattori che minano il diritto allo studio. La politica dell’eccellenza sbandierata e della competizione deformano la reale missione della scuola e dell’università che deve essere, invece, fondata sulla cooperazione e sul perseguimento dell’obiettivo di far crescere culturalmente l’intera società e questo senza escludere il favorire anche l’eccellenza. Frammentazione dei ruoli del precariato e prolungamento temporale delle immissioni nei ruoli a tempo indeterminato sono condizioni ormai inaccettabili, migliaia di giovani vivono con questa aspettativa, non si può continuare a non dar loro un’adeguata risposta in termini lavorativi. Gli studenti si vogliono iscrivere all’università e il sistema così com’è stato concepito li “respinge in mare”; molti laureati vorrebbero continuare a lavorare nella ricerca e nell’università e non si consente loro di poter offrire il contributo alla società, si direbbe che il progetto politico di decervellamento del Paese è sulla buona strada. CoNPAss e Rete29Aprile sono i movimenti nati per contrastare l’approvazione della Legge 240/2010 e tutti i decreti attuativi che sono scaturiti. Le finalità della riforma sono rivolte esclusivamente al soffocamento del sistema universitario pubblico statale e al de-finanziamento dell’intero comparto. A sei anni dal varo della riforma Gelmini ormai è a tutti chiaro il progetto politico suggerito dall’interno del sistema universitario stesso. Plasmare una verticalizzazione spinta con la promessa di consentire un vero e proprio genocidio generazionale per immettere una nuova generazione di nativi digitali a spese di tutti quei ricercatori e docenti che hanno fatto fronte alle esigenze imposte dall’università di massa per la mobilità sociale dell’intero paese e che ora, al contrario, non sono più compatibili con la nuova università d’elite che si sta ridisegnando. In opposizione a questa direzione andava agevolato il progetto del Ruolo Unico dei docenti e dei ricercatori universitari sulla base della proposta di disegno di legge del CoNPAss. In questo momento dobbiamo dimostrare che si arretra in Italia sulle politiche da mettere in atto per garantire il Diritto allo Studio di tutti e che se anche, e qui vi prego di fare attenzione, per l'anno accademico da poco trascorso, 2015/2016, si è registrato un incremento lieve di nuove immatricolazioni, appena il + 2,3 % (fonte MIUR), rispetto alla decrescita spaventosa di oltre 70mila iscrizioni in meno registrate nell'ultimo quinquennio, deve essere precisato che l'incremento è risultato del + 5,2 % negli Atenei del Centro-Nord contro una decrescita pari a - 2,4 % negli Atenei del Sud e delle Isole. Tale situazione dimostra che il divario tra le sedi universitarie del Paese è aumentato ulteriormente aggravando in maniera irreversibile la condizione del mondo del lavoro della formazione e della ricerca nel meridione. Credo, inoltre, che l'incremento lieve registrato di immatricolazioni negli Atenei del Paese sia dovuto alla crisi economica che ormai investe fasce di popolazione sempre più ampie e che fa ripiegare le famiglie nuovamente sulla scelta di far frequentare ai propri figli per gli studi universitari non le sedi all'estero ma quelle italiane, cioè la scelta è fatta per la ridotta capacità della spesa complessiva delle famiglie italiane.
2016
Scuola e Università, la nuova Questione Meridionale, Sessione Diritto allo Studio / Buondonno, Emma. - (2016). (Intervento presentato al convegno Intr/Azioni tra saperi: una visione in 3 D tenutosi a Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II, Palazzo Gravina, Napoli nel 6 maggio 2016).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/634073
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