Nel saggio si esaminano, proprio muovendo da talune considerazioni dedicate da Diego Corapi alla funzione ermeneutica della comparazione giuridica, le principali problematiche relative al c.d. danno da “nascita malformata” causato dall’omissione o dalla negligenza dei professionisti e/o operatori sanitari nella comunicazione di informazioni doverose che hanno impedito alla gestante di poter esercitare il suo diritto all’autodeterminazione sulla scelta procreativa. A fronte di una responsabilità dei sanitari (per i danni patrimoniali, morali e/o esistenziali) nei confronti non soltanto della donna, ma anche del coniuge e dei fratelli (soluzioni, queste ultime, affermate dalla giurisprudenza italiana sulla base degli effetti di protezione del contratto “a favore” di terzi) per l’inesatto od omesso adempimento delle obbligazioni d’informazione, si pone il problema di verificare se i danni da “nascita malformata” (come danno alla salute) e “da esistenza diversamente abile” (come danno morale e/o esistenziale) possano essere risarciti anche nei riguardi del bambino nato malformato. Il discorso involge la valutazione critica delle opposte opinioni della dottrina e della contrastante giurisprudenza straniera ed italiana al fine di ricostruire le questioni maggiormente significative: la condotta “colpevole”, la legittimazione soggettiva, l’evento di danno e gli interessi tutelati. Ma il problema essenziale si rivela essere la sussistenza del rapporto di causalità anche ai fini dell’assolvimento dell’onere probatorio. Da qui la ricostruzione del risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali nell’ambito delle distinte discipline in tema di responsabilità contrattuale o delittuale.
IL RISARCIMENTO DEL DANNO DA "NASCITA MALFORMATA" / Feola, Maria. - (2016), pp. 717-746.
IL RISARCIMENTO DEL DANNO DA "NASCITA MALFORMATA"
FEOLA, MARIA
2016
Abstract
Nel saggio si esaminano, proprio muovendo da talune considerazioni dedicate da Diego Corapi alla funzione ermeneutica della comparazione giuridica, le principali problematiche relative al c.d. danno da “nascita malformata” causato dall’omissione o dalla negligenza dei professionisti e/o operatori sanitari nella comunicazione di informazioni doverose che hanno impedito alla gestante di poter esercitare il suo diritto all’autodeterminazione sulla scelta procreativa. A fronte di una responsabilità dei sanitari (per i danni patrimoniali, morali e/o esistenziali) nei confronti non soltanto della donna, ma anche del coniuge e dei fratelli (soluzioni, queste ultime, affermate dalla giurisprudenza italiana sulla base degli effetti di protezione del contratto “a favore” di terzi) per l’inesatto od omesso adempimento delle obbligazioni d’informazione, si pone il problema di verificare se i danni da “nascita malformata” (come danno alla salute) e “da esistenza diversamente abile” (come danno morale e/o esistenziale) possano essere risarciti anche nei riguardi del bambino nato malformato. Il discorso involge la valutazione critica delle opposte opinioni della dottrina e della contrastante giurisprudenza straniera ed italiana al fine di ricostruire le questioni maggiormente significative: la condotta “colpevole”, la legittimazione soggettiva, l’evento di danno e gli interessi tutelati. Ma il problema essenziale si rivela essere la sussistenza del rapporto di causalità anche ai fini dell’assolvimento dell’onere probatorio. Da qui la ricostruzione del risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali nell’ambito delle distinte discipline in tema di responsabilità contrattuale o delittuale.File | Dimensione | Formato | |
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