Ormai completata, la nuova torre residenziale più alta di New York, almeno fino all’inaugurazione avvenuta nel marzo di quest’anno [2015] del 432 Park Avenue di Rafael Viñoly, svetta sugli isolati che bordano il lato meridionale di Central Park. La Torre, così come lo stesso Christian de Portzamparc ama definirla, instaura una serie di nuovi rapporti urbani all’interno di una trama edificata che sin dall’inizio ha presentato molteplici difficoltà di inserimento, che l’architetto francese è riuscito a risolvere in maniera magistrale. Nel quartiere newyorkese Midtown Manhattan, in un sito molto irregolare e su un isolato a forma di «L», risultante dalle acquisizioni dei lotti particellari, contenuto tra la W57th Street e la W58th Street da un lato e tra la Avenue of the Americas e la Seventh Avenue dall’altro, in una delle zone più prestigiose della città, di fronte alla Carnegie Hall e in prossimità del Columbus Circle e del MoMA, Christian de Portzamparc ha concepito un’architettura di elevato organicismo. I volumi del nuovo edificio, muovendo dai corpi più bassi sulla W57th Street, dove con un misurato digradamento tendono a ritrovare le cifre dimensionali delle fabbriche preesistenti, spingono con una una forza tensionale interna e con grande dinamicità l’intera costruzione a guadagnare progressivamente l’altezza della vetta finale, torcendosi senza indugio verso il grande vuoto del parco “comme lui rendant hommage”. Composizione architettonica che, se da un lato può dirsi costituita geometricamente quale mirabile collimazione dei ‘codici regolamentari di allineamento’ della città, dei ‘diritti d’aria’ del sito e dei requisiti strutturali, dall’altro diviene nuovo vessillo urbano stagliato sullo spessore orografico degli edifici esistenti, che risalgono la città dal parco con continui terrazzamenti, e che esibisce tutta la sua carica espressiva di ‘semplice segnale’. Una grande cattedrale che affida la sua iconica verticalità alle differenti altezze delle torri che, tutte culminanti con una copertura curva rivolta univocamente a vedere il parco attraverso le terrazze abitate degli ultimi piani, salgono verso il cielo lasciando alfine spazio e posto al grande occhio completamente vetrato, nuovo faro sulla città, un faro capovolto che prende luce dall’immagine della città e dal verde cangiante di Central Park. Attenzione particolare è stata dedicata al trattamento delle facciate esterne animate tutte da energiche linee di forza che risalgono e ridiscendono i corpi dell’edificio. Movimento e cambiamento producono alterazioni cromatiche progressive che definiscono mutevoli skyline in un sistema di tensioni che disegnano trame verticali che si rincorrono senza sosta, proiettandosi ripetutamente verso il cielo e verso il suolo, e che stabiliscono al contempo nello spessore delle loro diffrazioni una rete perpetua di connessioni con il paesaggio urbano. La nuova Torre di Christian de Portzamparc “[Ha] la forza e la potenza dell’altezza, la gloria e l’orgoglio dell’esaltazione. [Si erge] orgogliosamente, [tende] verso l’alto con fervore incontaminato, [è] una unità dalle fondamenta alla sommità senza una sola linea dissonante” (Sullivan 1896).
La nuova icona di Christian de Portzamparc su Central Park, The new icon on Central Park by Christian de Portzamparc / Florio, Riccardo. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - 38(2015), pp. 22-27.
La nuova icona di Christian de Portzamparc su Central Park, The new icon on Central Park by Christian de Portzamparc
FLORIO, RICCARDO
2015
Abstract
Ormai completata, la nuova torre residenziale più alta di New York, almeno fino all’inaugurazione avvenuta nel marzo di quest’anno [2015] del 432 Park Avenue di Rafael Viñoly, svetta sugli isolati che bordano il lato meridionale di Central Park. La Torre, così come lo stesso Christian de Portzamparc ama definirla, instaura una serie di nuovi rapporti urbani all’interno di una trama edificata che sin dall’inizio ha presentato molteplici difficoltà di inserimento, che l’architetto francese è riuscito a risolvere in maniera magistrale. Nel quartiere newyorkese Midtown Manhattan, in un sito molto irregolare e su un isolato a forma di «L», risultante dalle acquisizioni dei lotti particellari, contenuto tra la W57th Street e la W58th Street da un lato e tra la Avenue of the Americas e la Seventh Avenue dall’altro, in una delle zone più prestigiose della città, di fronte alla Carnegie Hall e in prossimità del Columbus Circle e del MoMA, Christian de Portzamparc ha concepito un’architettura di elevato organicismo. I volumi del nuovo edificio, muovendo dai corpi più bassi sulla W57th Street, dove con un misurato digradamento tendono a ritrovare le cifre dimensionali delle fabbriche preesistenti, spingono con una una forza tensionale interna e con grande dinamicità l’intera costruzione a guadagnare progressivamente l’altezza della vetta finale, torcendosi senza indugio verso il grande vuoto del parco “comme lui rendant hommage”. Composizione architettonica che, se da un lato può dirsi costituita geometricamente quale mirabile collimazione dei ‘codici regolamentari di allineamento’ della città, dei ‘diritti d’aria’ del sito e dei requisiti strutturali, dall’altro diviene nuovo vessillo urbano stagliato sullo spessore orografico degli edifici esistenti, che risalgono la città dal parco con continui terrazzamenti, e che esibisce tutta la sua carica espressiva di ‘semplice segnale’. Una grande cattedrale che affida la sua iconica verticalità alle differenti altezze delle torri che, tutte culminanti con una copertura curva rivolta univocamente a vedere il parco attraverso le terrazze abitate degli ultimi piani, salgono verso il cielo lasciando alfine spazio e posto al grande occhio completamente vetrato, nuovo faro sulla città, un faro capovolto che prende luce dall’immagine della città e dal verde cangiante di Central Park. Attenzione particolare è stata dedicata al trattamento delle facciate esterne animate tutte da energiche linee di forza che risalgono e ridiscendono i corpi dell’edificio. Movimento e cambiamento producono alterazioni cromatiche progressive che definiscono mutevoli skyline in un sistema di tensioni che disegnano trame verticali che si rincorrono senza sosta, proiettandosi ripetutamente verso il cielo e verso il suolo, e che stabiliscono al contempo nello spessore delle loro diffrazioni una rete perpetua di connessioni con il paesaggio urbano. La nuova Torre di Christian de Portzamparc “[Ha] la forza e la potenza dell’altezza, la gloria e l’orgoglio dell’esaltazione. [Si erge] orgogliosamente, [tende] verso l’alto con fervore incontaminato, [è] una unità dalle fondamenta alla sommità senza una sola linea dissonante” (Sullivan 1896).File | Dimensione | Formato | |
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