La scelta di dedicare un volume alla vicenda architettonica della Stazione Zoologica di Napoli e di intitolare questo libro L’Architettura delle Idee scaturisce da un duplice motivo: l’aver profondamente apprezzato lo spirito innovativo che ha animato il suo fondatore Anton Dohrn e l’interesse per le particolari circostanze che ne hanno contrassegnato il carattere architettonico e il suo farsi costruzione. Architettura da intendere nel significato di organizzazione dello spazio per l’azione dell’uomo, ma anche Fabbrica nella doppia accezione di corpo di fabbrica e di struttura composita, di organismo architettonico che vedrà il suo fabbricarsi svilupparsi per ampliamenti successivi nell’arco di circa novanta anni e, ancora, di Fabrĭca quale luogo di produzione delle idee, azione perpetua che ancora oggi viene quotidianamente confermata a partire dal momento del concepimento della sua costituzione e che, come tale, incarna e rappresenta l’officina nella quale si esplica un lavoro che non ammette confini e perimetri, un lavoro che dura all’infinito. Ho avviato questo studio con una azione esplorativa progressiva e continua che dapprima si è espressa nelle operazioni di rilievo e di rappresentazione dell’edificio nello stato in cui è oggi, e successivamente ha preso piede nella esigenza di ritrovare le tracce del suo divenire attraverso la lettura critica delle componenti architettoniche e lo studio degli apparati documentali. I documenti sono stati consultati presso: l’Archivio Storico della Stazione Zoologica di Napoli, l’Archivio Storico Municipale di Napoli, l’Archivio di Stato di Napoli, l’Archivio Servizio Edilizia Privata Comune di Napoli, l’Archivio della SBAPSAE per Napoli e provincia, la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Società Napoletana di Storia Patria, l’Architekturmuseum der Technischen Universität München, la Bayerische Staatsbibliothek München, e presso alcuni archivi privati. Il lavoro raccolto nel presente volume ha voluto ricostruire il percorso ideativo e progettuale che ha animato, dal 1872 al 1959, le diverse fasi di costruzione dei quattro corpi che oggi costituiscono quello che appare come un unico edificio, sede della Stazione Zoologica. L’indagine ha attinto ad uno straordinario corpus grafico e descrittivo che ha consentito di esaminare, con l’apporto di frequenti ipotesi interpretative, i materiali ascrivibili in primo luogo ad Anton Dohrn, autentico, e talvolta sottaciuto, autore e ideatore propulsivo della genesi dei primi tre edifici, e poi, qui citati solo secondo una sequenza temporale, i progetti e gli scritti di Oscarre Capocci, di Adolf Hildebrand, di Hans von Marées, di Giacomo Profumo, di Comingio Merculiano, di Max Arlt, di Carl Sattler, di Frediano Frediani.
l’Architettura delle idee. La Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli / Florio, Riccardo. - 1:(2015), pp. 1-560.
l’Architettura delle idee. La Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli
FLORIO, RICCARDO
2015
Abstract
La scelta di dedicare un volume alla vicenda architettonica della Stazione Zoologica di Napoli e di intitolare questo libro L’Architettura delle Idee scaturisce da un duplice motivo: l’aver profondamente apprezzato lo spirito innovativo che ha animato il suo fondatore Anton Dohrn e l’interesse per le particolari circostanze che ne hanno contrassegnato il carattere architettonico e il suo farsi costruzione. Architettura da intendere nel significato di organizzazione dello spazio per l’azione dell’uomo, ma anche Fabbrica nella doppia accezione di corpo di fabbrica e di struttura composita, di organismo architettonico che vedrà il suo fabbricarsi svilupparsi per ampliamenti successivi nell’arco di circa novanta anni e, ancora, di Fabrĭca quale luogo di produzione delle idee, azione perpetua che ancora oggi viene quotidianamente confermata a partire dal momento del concepimento della sua costituzione e che, come tale, incarna e rappresenta l’officina nella quale si esplica un lavoro che non ammette confini e perimetri, un lavoro che dura all’infinito. Ho avviato questo studio con una azione esplorativa progressiva e continua che dapprima si è espressa nelle operazioni di rilievo e di rappresentazione dell’edificio nello stato in cui è oggi, e successivamente ha preso piede nella esigenza di ritrovare le tracce del suo divenire attraverso la lettura critica delle componenti architettoniche e lo studio degli apparati documentali. I documenti sono stati consultati presso: l’Archivio Storico della Stazione Zoologica di Napoli, l’Archivio Storico Municipale di Napoli, l’Archivio di Stato di Napoli, l’Archivio Servizio Edilizia Privata Comune di Napoli, l’Archivio della SBAPSAE per Napoli e provincia, la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Società Napoletana di Storia Patria, l’Architekturmuseum der Technischen Universität München, la Bayerische Staatsbibliothek München, e presso alcuni archivi privati. Il lavoro raccolto nel presente volume ha voluto ricostruire il percorso ideativo e progettuale che ha animato, dal 1872 al 1959, le diverse fasi di costruzione dei quattro corpi che oggi costituiscono quello che appare come un unico edificio, sede della Stazione Zoologica. L’indagine ha attinto ad uno straordinario corpus grafico e descrittivo che ha consentito di esaminare, con l’apporto di frequenti ipotesi interpretative, i materiali ascrivibili in primo luogo ad Anton Dohrn, autentico, e talvolta sottaciuto, autore e ideatore propulsivo della genesi dei primi tre edifici, e poi, qui citati solo secondo una sequenza temporale, i progetti e gli scritti di Oscarre Capocci, di Adolf Hildebrand, di Hans von Marées, di Giacomo Profumo, di Comingio Merculiano, di Max Arlt, di Carl Sattler, di Frediano Frediani.File | Dimensione | Formato | |
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