Punta del Este and the foundation of an idea of holiday

L’autrice è membro del Comitato Scientifico costituito nell’ambito dell’Accordo Internazionale di Cooperazione Scientifica tra l’Università di Napoli Federico II e la Universidad de la Republica di Montevideo, Uruguay, e da molti anni indaga tematiche relative allo sviluppo urbano e architettonico del paese sudamericano. Per il numero monografico 141 della Rivista AREA, dedicato alla "Vacation", al modo di abitare e vivere il tempo libero che costituisce una particolare occasione per specifiche riflessioni sulla disciplina dell'architettura, ha elaborato questo saggio sull'evoluzione di Punta del Este. Il testo illustra l’evoluzione di questa area della costa oceanica, nata per essere un luogo di vacanza, pensato, pianificato e costruito a questo scopo. Il primo nucleo si dice risalga ad un piccolo villaggio di pescatori “Villa Ituzaingò”, ma il destino di questa punta protesa tra le acque straordinarie dell'Oceano Atlantico meridionale, luogo di passaggio delle balene dirette in Patagonia, dove il clima si mantiene temperato tutto l'anno, è segnato nel 1843 dall'acquisto da parte di privati della penisola con il preciso obiettivo di farne una città turistica. Da questa decade in poi lo sviluppo turistico è inesorabile, così come l'aumento di metri quadrati costruiti, in poche decine d'anni l'immagine architettonica di Punta del Este cambia completamente; fino alla metà degli anni '40 una serie di norme regolano lo sviluppo e la costruzione, alcuni importanti architetti vengono chiamati a realizzare le case private e i nuovi grandi alberghi. Una delle peculiarità di questo paese pensato nel tempo e costruito con l'unico e preciso scopo di creare un’isola turistica di altissimo livello e di richiamo internazionale, è la ricerca architettonica che -specialmente negli anni Sessanta- trova terreno fertile con la realizzazione di alcune architetture di grande interesse.