Il saggio affronta il tema dell interno architettonico e la questione delle tracce antiche nella costruzione contemporanea sviluppando una riflessione sul vuoto e sul progetto di Giorgio Grassi per il teatro romano di Sagunto. La questione del vuoto - già ineludibile in quanto sostanza irriducibile della architettura maggiormente se considerata come interno architettonico- assume una particolare e specifica accezione fondativa, nel progetto di GG sulla Riabilitazione del Teatro romano di Sagunto, in Spagna. Se ogni interno architettonico è di fatto, un vuoto, dotato di una misura in sé – ovviamente non in senso numerico, o non solo, ma come sistema di rapporti- e una misura in relazione alle altre parti dell’edificio, che denota l’aspirazione ad un senso, un significato riconoscibile e condiviso. Ora, che sia vuoto ed interno anche l’invaso spaziale che caratterizza il teatro romano su cui Grassi lavora, non è cosa secondaria. Perché se l’interno vuoto della casa è il luogo intorno a cui la vita reale si svolge e si rappresenta, l’interno vuoto del teatro è il luogo che quella vita reale narra, interpreta, occulta, fugge, illumina. E, come osserva L. Jouvet, nella citazione che Grassi pone in epigrafe alla sua relazione di progetto, solo l’edificio teatro, e solo il suo grande vuoto interno, consente di avvicinarsi ad una idea autentica del teatro, impossibile altrimenti: quel vuoto, misurato, stabilsce la distanza necessaria perché spettatori e spettacolo possano fronteggiarsi nella messa in scena della vita. Affermando la assoluta identità che si crea tra il teatro come edificio e il fare teatro come azione che, di continuo, osserva e mette in scena la vita, Jouvet autorizza anzi obbliga Grassi –ancora di più se possibile- ad attenersi ai caratteri originari del grande vuoto interno dell’edificio antico del teatro romano per impostare il progetto della sua riabilitazione. E quei caratteri sono tutti inscritti nelle tracce materiali della sua costruzione, nei rapporti e negli elementi concreti che la grande architettura romana aveva scelto per precisare la propria idea di teatro. In quell’idea, a differenza del teatro greco, il grande vuoto è circoscritto e misurato dai rapporti tra cavea, summa cavea e corpo scenico e proprio quest’ultimo, il corpo scenico, è l elemento irrinunciabile della sua identità, anche se, nel caso di Sagunto, la sua ricostruzione, per una parte della popolazione locale, costituirà un cambiamento troppo drastico per il paesaggio vissuto. Il progetto di GG costituisce un unicum nell attuale panorama mondiale, per il modo con cui, a partire da un mandato di tipo pratico e dai compiti specifici dell’architettura e del progetto, l autore interviene su un importante manufatto antico, considerato, in genere, di competenza esclusiva degli archeologi. Il progetto, sia sul piano del metodo –per la ampia istruttoria svolta sul tema del teatro romano, sui suoi caratteri e sui suoi esempi concreti- sia su quello del merito, per la chiarezza delle scelte compiute, costituisce una lezione di particolare profondità e importanza per le questioni tuttora aperte all’interno della disciplina e del mestiere, in particolare quelle legate al senso, al linguaggio, alle nuove tecnologie e al formalismo imperante.

Giorgio Grassi e il rapporto con l'antico. Il teatro di Sagunto / Giorgio Grassi and the relationship with the antique: The theater of Sagunto / Pezza, Valeria. - (2014), pp. 146-163.

Giorgio Grassi e il rapporto con l'antico. Il teatro di Sagunto / Giorgio Grassi and the relationship with the antique: The theater of Sagunto

PEZZA, VALERIA
2014

Abstract

Il saggio affronta il tema dell interno architettonico e la questione delle tracce antiche nella costruzione contemporanea sviluppando una riflessione sul vuoto e sul progetto di Giorgio Grassi per il teatro romano di Sagunto. La questione del vuoto - già ineludibile in quanto sostanza irriducibile della architettura maggiormente se considerata come interno architettonico- assume una particolare e specifica accezione fondativa, nel progetto di GG sulla Riabilitazione del Teatro romano di Sagunto, in Spagna. Se ogni interno architettonico è di fatto, un vuoto, dotato di una misura in sé – ovviamente non in senso numerico, o non solo, ma come sistema di rapporti- e una misura in relazione alle altre parti dell’edificio, che denota l’aspirazione ad un senso, un significato riconoscibile e condiviso. Ora, che sia vuoto ed interno anche l’invaso spaziale che caratterizza il teatro romano su cui Grassi lavora, non è cosa secondaria. Perché se l’interno vuoto della casa è il luogo intorno a cui la vita reale si svolge e si rappresenta, l’interno vuoto del teatro è il luogo che quella vita reale narra, interpreta, occulta, fugge, illumina. E, come osserva L. Jouvet, nella citazione che Grassi pone in epigrafe alla sua relazione di progetto, solo l’edificio teatro, e solo il suo grande vuoto interno, consente di avvicinarsi ad una idea autentica del teatro, impossibile altrimenti: quel vuoto, misurato, stabilsce la distanza necessaria perché spettatori e spettacolo possano fronteggiarsi nella messa in scena della vita. Affermando la assoluta identità che si crea tra il teatro come edificio e il fare teatro come azione che, di continuo, osserva e mette in scena la vita, Jouvet autorizza anzi obbliga Grassi –ancora di più se possibile- ad attenersi ai caratteri originari del grande vuoto interno dell’edificio antico del teatro romano per impostare il progetto della sua riabilitazione. E quei caratteri sono tutti inscritti nelle tracce materiali della sua costruzione, nei rapporti e negli elementi concreti che la grande architettura romana aveva scelto per precisare la propria idea di teatro. In quell’idea, a differenza del teatro greco, il grande vuoto è circoscritto e misurato dai rapporti tra cavea, summa cavea e corpo scenico e proprio quest’ultimo, il corpo scenico, è l elemento irrinunciabile della sua identità, anche se, nel caso di Sagunto, la sua ricostruzione, per una parte della popolazione locale, costituirà un cambiamento troppo drastico per il paesaggio vissuto. Il progetto di GG costituisce un unicum nell attuale panorama mondiale, per il modo con cui, a partire da un mandato di tipo pratico e dai compiti specifici dell’architettura e del progetto, l autore interviene su un importante manufatto antico, considerato, in genere, di competenza esclusiva degli archeologi. Il progetto, sia sul piano del metodo –per la ampia istruttoria svolta sul tema del teatro romano, sui suoi caratteri e sui suoi esempi concreti- sia su quello del merito, per la chiarezza delle scelte compiute, costituisce una lezione di particolare profondità e importanza per le questioni tuttora aperte all’interno della disciplina e del mestiere, in particolare quelle legate al senso, al linguaggio, alle nuove tecnologie e al formalismo imperante.
2014
9788849528626
Giorgio Grassi e il rapporto con l'antico. Il teatro di Sagunto / Giorgio Grassi and the relationship with the antique: The theater of Sagunto / Pezza, Valeria. - (2014), pp. 146-163.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
cafiero capozzi_tracce antiche e habitat contemporaneo stampa.pdf

non disponibili

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: Accesso privato/ristretto
Dimensione 9.34 MB
Formato Adobe PDF
9.34 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia
2014 Tracce antiche.pdf

accesso aperto

Descrizione: Copertina e indice
Tipologia: Abstract
Licenza: Accesso privato/ristretto
Dimensione 225.62 kB
Formato Adobe PDF
225.62 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/587432
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact