Ricerche archeologiche condotte durante gli ultimi decenni nella Calabria tirrenica hanno messo in luce l'esistenza di una serie di insediamenti fortificati indigeni con lunghe fasi di vita distribuite tra il II e il I millennio a.C. Attorno a tali abitati maggiori di lunga durata si sono sviluppati sistemi di occupazione del territorio, costituiti da villaggi minori o piccoli nuclei rurali. Il progetto si prefigge di determinare un significativo avanzamento nella conoscenza di tali forme insediative e territoriali, attraverso una strategia di cooperazione sinergica sia tra archeologi di fasce cronologiche diverse, sia tra questi e specialisti delle scienze della terra e delle scienze biologiche. Il progetto si inserisce all'interno di siti e territori su cui i membri della I U.R. hanno già da tempo in corso scavi e ricerche territoriali, e quindi può fondarsi su solide conoscenze pregresse e su collaudate esperienze di ricerca. Quale fulcro della ricerca sono stati prescelti tre importanti insediamenti fortificati indigeni: Punta di Zambrone e Torre Galli nel Promontorio del Poro, Pian della Tirena nella bassa valle del Savuto. Il primo è un abitato su terrazzo costiero del Bronzo medio e recente (XVII-XII sec. a.C.) difeso da un fossato e un muraglione, che ha restituito anche ceramiche tornite e dipinte di tipo miceneo. Torre Galli è un importante centro indigeno abitato almeno dal primo Ferro all'età arcaica (X-VI sec. a.C.); allo stesso arco di tempo si riferisce l'importante necropoli scavata da Paolo Orsi. Nel caso di Pian della Tirena si tratta di un pianoro con tracce di età arcaica (VI-V a.C.) e resti di impianti urbani d'età brezia (IV-III a.C.) e romana (II a.C.-III d.C) con ogni probabilità da mettere in relazione con il sito della Temesa brezia e poi della colonia maritima di Tempsa del 194 a.C. L'UR diretta da F. Cella si occuperà di eseguire un'indagine geofisica nell'area dei tre insediamenti, mettendo a punto protocolli di ricerca già avviati con notevole successo a Pian della Tirena nel corso di un precedente PRIN (2005), che hanno portato a riconoscere strutture di combustione e importanti allineamenti corrispondenti a strutture murarie e stradali. L'UR diretta da M. Pacciarelli si propone in primo luogo di eseguire scavi nei tre insediamenti, limitati in estensione ma attentamente calibrati secondo le indicazioni dell'indagine geofisica. In particolare si prevede di eseguire saggi di scavo volti a comprendere la struttura e le fasi delle fortificazioni, e scavi di aree-campione nell'abitato finalizzati allo studio degli impianti insediativi e alla raccolta di campioni sedimentologici, paleobotanici, paleofaunistici. Parallelamente agli scavi stratigrafici negli insediamenti verranno condotte campagne di ricognizione intensiva, oltre che nei siti stessi, anche nel territorio circostante per un raggio di 2 km, al fine di indagare le forme del popolamento rurale. In base allo studio complessivo degli scavi e delle ricognizioni si tenterà di ricostruire il ruolo svolto dai tre grandi siti nelle varie fasi, e in particolare: forma delle fortificazioni, caratteri dell'impianto urbanistico, continuità o meno nel tempo dell'organizzazione della comunità, attività economiche e le forme dell'occupazione rurale, etc. L'UR diretta da P. Romano opererà al fine di ricostruire sia il contesto paleogeografico e paleombientale dei siti e territori oggetto di studio, sia i successivi processi di trasformazione che hanno condotto alla situazione attuale. L'indagine prevede accurate analisi geomorfologiche e stratigrafiche, attraverso lo studio di carte e foto aree, rilevamenti sul campo, carotaggi e datazioni radiocarboniche AMS. Le carte geomorfologiche ottenute saranno georeferenziate e realizzate in ambiente GIS. Altro risultato atteso è la ricostruzione della linea di costa tra l'età protostorica e quella romana, fondamentale per determinare la paleogeografia dei siti di Punta di Zambrone e Pian della Tirena. Questo aspetto della ricerca potrà avvalersi anche dell'analisi micropaleontologica dei sedimenti costieri. Altra fase importante della ricerca sarà lo studio dei pollini e dei macroresti vegetali.

Indagini archeologiche nei centri fortificati indigeni e nei relativi territori del promontorio del Poro e della bassa valle del Savuto / Cicala, Luigi. - (2011). (Intervento presentato al convegno Centri fortificati, sistemi di insediamento e processi ambientali nella Calabria tirrenica tra secondo e primo millennio a.C. Un'indagine interdisciplinare. nel 15 ottobre 2012).

Indagini archeologiche nei centri fortificati indigeni e nei relativi territori del promontorio del Poro e della bassa valle del Savuto

CICALA, LUIGI
2011

Abstract

Ricerche archeologiche condotte durante gli ultimi decenni nella Calabria tirrenica hanno messo in luce l'esistenza di una serie di insediamenti fortificati indigeni con lunghe fasi di vita distribuite tra il II e il I millennio a.C. Attorno a tali abitati maggiori di lunga durata si sono sviluppati sistemi di occupazione del territorio, costituiti da villaggi minori o piccoli nuclei rurali. Il progetto si prefigge di determinare un significativo avanzamento nella conoscenza di tali forme insediative e territoriali, attraverso una strategia di cooperazione sinergica sia tra archeologi di fasce cronologiche diverse, sia tra questi e specialisti delle scienze della terra e delle scienze biologiche. Il progetto si inserisce all'interno di siti e territori su cui i membri della I U.R. hanno già da tempo in corso scavi e ricerche territoriali, e quindi può fondarsi su solide conoscenze pregresse e su collaudate esperienze di ricerca. Quale fulcro della ricerca sono stati prescelti tre importanti insediamenti fortificati indigeni: Punta di Zambrone e Torre Galli nel Promontorio del Poro, Pian della Tirena nella bassa valle del Savuto. Il primo è un abitato su terrazzo costiero del Bronzo medio e recente (XVII-XII sec. a.C.) difeso da un fossato e un muraglione, che ha restituito anche ceramiche tornite e dipinte di tipo miceneo. Torre Galli è un importante centro indigeno abitato almeno dal primo Ferro all'età arcaica (X-VI sec. a.C.); allo stesso arco di tempo si riferisce l'importante necropoli scavata da Paolo Orsi. Nel caso di Pian della Tirena si tratta di un pianoro con tracce di età arcaica (VI-V a.C.) e resti di impianti urbani d'età brezia (IV-III a.C.) e romana (II a.C.-III d.C) con ogni probabilità da mettere in relazione con il sito della Temesa brezia e poi della colonia maritima di Tempsa del 194 a.C. L'UR diretta da F. Cella si occuperà di eseguire un'indagine geofisica nell'area dei tre insediamenti, mettendo a punto protocolli di ricerca già avviati con notevole successo a Pian della Tirena nel corso di un precedente PRIN (2005), che hanno portato a riconoscere strutture di combustione e importanti allineamenti corrispondenti a strutture murarie e stradali. L'UR diretta da M. Pacciarelli si propone in primo luogo di eseguire scavi nei tre insediamenti, limitati in estensione ma attentamente calibrati secondo le indicazioni dell'indagine geofisica. In particolare si prevede di eseguire saggi di scavo volti a comprendere la struttura e le fasi delle fortificazioni, e scavi di aree-campione nell'abitato finalizzati allo studio degli impianti insediativi e alla raccolta di campioni sedimentologici, paleobotanici, paleofaunistici. Parallelamente agli scavi stratigrafici negli insediamenti verranno condotte campagne di ricognizione intensiva, oltre che nei siti stessi, anche nel territorio circostante per un raggio di 2 km, al fine di indagare le forme del popolamento rurale. In base allo studio complessivo degli scavi e delle ricognizioni si tenterà di ricostruire il ruolo svolto dai tre grandi siti nelle varie fasi, e in particolare: forma delle fortificazioni, caratteri dell'impianto urbanistico, continuità o meno nel tempo dell'organizzazione della comunità, attività economiche e le forme dell'occupazione rurale, etc. L'UR diretta da P. Romano opererà al fine di ricostruire sia il contesto paleogeografico e paleombientale dei siti e territori oggetto di studio, sia i successivi processi di trasformazione che hanno condotto alla situazione attuale. L'indagine prevede accurate analisi geomorfologiche e stratigrafiche, attraverso lo studio di carte e foto aree, rilevamenti sul campo, carotaggi e datazioni radiocarboniche AMS. Le carte geomorfologiche ottenute saranno georeferenziate e realizzate in ambiente GIS. Altro risultato atteso è la ricostruzione della linea di costa tra l'età protostorica e quella romana, fondamentale per determinare la paleogeografia dei siti di Punta di Zambrone e Pian della Tirena. Questo aspetto della ricerca potrà avvalersi anche dell'analisi micropaleontologica dei sedimenti costieri. Altra fase importante della ricerca sarà lo studio dei pollini e dei macroresti vegetali.
2011
Indagini archeologiche nei centri fortificati indigeni e nei relativi territori del promontorio del Poro e della bassa valle del Savuto / Cicala, Luigi. - (2011). (Intervento presentato al convegno Centri fortificati, sistemi di insediamento e processi ambientali nella Calabria tirrenica tra secondo e primo millennio a.C. Un'indagine interdisciplinare. nel 15 ottobre 2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/492801
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