Obiettivo di questo capitolo del volume è, prima di tutto, descrivere la condizione lavorativa degli immigrati nella provincia di Napoli, mettendo in evidenza similitudini e differenze di inserimento nella metropoli campana e in un’area periferica, quella costituita dai paesi vesuviani. Possibilità occupazionali, settori di impiego, attività svolte, remunerazioni e orari di lavoro sono gli elementi attraverso i quali fare emergere la stabilità/instabilità lavorativa, la specializzazione/segregazione etnica e di genere, l’eventuale sfruttamento lavorativo, in contesti in cui l’impiego irregolare e il lavoro nero rappresentano condizioni certamente frequenti. I dati dell'indagine campionaria realizzata nel 2008 mostrano come il processo di integrazione dei lavoratori immigrati si sia oramai messo in moto anche nei contesti sociali e istituzionali meno favorevoli come quello della provincia di Napoli, dove i tassi di disoccupazione di per sé continuano ad essere molto elevati per i cittadini autoctoni, e dove nonostante ciò i lavoratori stranieri si sono inseriti in diversi settori occupazionali. Si tratta in prevalenza di attività, e soprattutto di posizioni, marginali e poco concorrenziali con la manodopera locale. Infatti, sebbene l’impiego di manodopera straniera in alcuni casi sia diventato un elemento strutturale, essa è più presente dove è più probabile incappare in situazioni di sfruttamento lavorativo. Inoltre la concentrazione nel lavoro terziario, ed in particolare nei servizi alla persona, è indiscutibilmente un effetto di una più ampia domanda di servizi da parte delle famiglie, domanda non soddisfatta dal sistema di welfare mediterraneo. Tuttavia non si può negare che, negli anni, alcuni lavoratori stranieri sono riusciti a conquistare condizioni migliori. Più in generale emerge che il crescente inserimento nel mercato del lavoro degli immigrati non è nel napoletano, come nel resto della provincia, un fenomeno omogeneo a livello territoriale. I servizi alle famiglie soprattutto nell’area urbana e il lavoro autonomo/imprenditoriale nei paesi vesuviani sono gli ambiti occupazionali che maggiormente caratterizzano le due aree. Il capitale umano degli immigrati, riconducibile alla loro formazione scolastica e alla conoscenza della lingua italiana, spesso non sembra giocare un ruolo significativo con riguardo alla stabilità lavorativa rispetto ad altre variabili considerate congiuntamente. Anche se va notato come soprattutto la conoscenza dell’italiano, ma anche il livello di istruzione, riduce notevolmente il rischio di essere disoccupati o di avere un reddito particolarmente basso.

L’inserimento nel mercato del lavoro / de FILIPPO, E.; Strozza, Salvatore. - STAMPA. - 907.40:(2010), pp. 121-147.

L’inserimento nel mercato del lavoro

STROZZA, SALVATORE
2010

Abstract

Obiettivo di questo capitolo del volume è, prima di tutto, descrivere la condizione lavorativa degli immigrati nella provincia di Napoli, mettendo in evidenza similitudini e differenze di inserimento nella metropoli campana e in un’area periferica, quella costituita dai paesi vesuviani. Possibilità occupazionali, settori di impiego, attività svolte, remunerazioni e orari di lavoro sono gli elementi attraverso i quali fare emergere la stabilità/instabilità lavorativa, la specializzazione/segregazione etnica e di genere, l’eventuale sfruttamento lavorativo, in contesti in cui l’impiego irregolare e il lavoro nero rappresentano condizioni certamente frequenti. I dati dell'indagine campionaria realizzata nel 2008 mostrano come il processo di integrazione dei lavoratori immigrati si sia oramai messo in moto anche nei contesti sociali e istituzionali meno favorevoli come quello della provincia di Napoli, dove i tassi di disoccupazione di per sé continuano ad essere molto elevati per i cittadini autoctoni, e dove nonostante ciò i lavoratori stranieri si sono inseriti in diversi settori occupazionali. Si tratta in prevalenza di attività, e soprattutto di posizioni, marginali e poco concorrenziali con la manodopera locale. Infatti, sebbene l’impiego di manodopera straniera in alcuni casi sia diventato un elemento strutturale, essa è più presente dove è più probabile incappare in situazioni di sfruttamento lavorativo. Inoltre la concentrazione nel lavoro terziario, ed in particolare nei servizi alla persona, è indiscutibilmente un effetto di una più ampia domanda di servizi da parte delle famiglie, domanda non soddisfatta dal sistema di welfare mediterraneo. Tuttavia non si può negare che, negli anni, alcuni lavoratori stranieri sono riusciti a conquistare condizioni migliori. Più in generale emerge che il crescente inserimento nel mercato del lavoro degli immigrati non è nel napoletano, come nel resto della provincia, un fenomeno omogeneo a livello territoriale. I servizi alle famiglie soprattutto nell’area urbana e il lavoro autonomo/imprenditoriale nei paesi vesuviani sono gli ambiti occupazionali che maggiormente caratterizzano le due aree. Il capitale umano degli immigrati, riconducibile alla loro formazione scolastica e alla conoscenza della lingua italiana, spesso non sembra giocare un ruolo significativo con riguardo alla stabilità lavorativa rispetto ad altre variabili considerate congiuntamente. Anche se va notato come soprattutto la conoscenza dell’italiano, ma anche il livello di istruzione, riduce notevolmente il rischio di essere disoccupati o di avere un reddito particolarmente basso.
2010
9788856832877
L’inserimento nel mercato del lavoro / de FILIPPO, E.; Strozza, Salvatore. - STAMPA. - 907.40:(2010), pp. 121-147.
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