L'ipertensione arteriosa rappresenta uno dei più significativi fattori di rischio di patologia cardiovascolare, per la quale costituisce la più rilevante causa diretta ed indiretta di morte. La terapia antiipertensiva riduce il rischio cardiovascolare legato all'ipertensione, ma per ottenere il beneficio è necessario che il medico padroneggi sia l'aspetto terapeutico sia le tecniche di valutazione del danno d'organo legato all'ipertensione ed all'approccio differenziato alla terapia antiipertensiva. Il crescere rapido dell'informazione, il sommarsi delle tecnologie e l'affermarsi di nuovi concetti terapeutici, rende necessario un efficace aggiornamento del medico in questo campo. Pertanto la presentazione di casi clinici evidenzia i progressi scientifici effettuati in ambito terapeutico, dove l'introduzione di una nuova classe di farmaci antiipertensivi, gli inibitori della renina, contribuisce a controllare efficacemente l'ipertensione nel paziente ad elevato rischio cardiovascolare con l’obiettivo formativo finalizzato all'utilizzo ed all'implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici. Le maggiori linee guida internazionali, come quelle europee (ESH/ESC), raccomandano livelli di pressione arteriosa <140/90 mm Hg; tuttavia, nonostante l’ampio panorama di terapie antipertensive disponibili, meno di un terzo dei pazienti ipertesi mantiene un adeguato compenso con valori accettabili. Per tale motivo è ancora attiva la ricerca di terapie innovative che possano facilitare il controllo pressorio. Dei 15 milioni di ipertesi del nostro Paese, almeno 3 milioni non sanno di esserlo, a causa del carattere asintomatico della patologia. Quattro pazienti su cinque non riescono a rientrare nei valori pressori ottimali indicati dall’OMS, ovvero al di sotto di 140 di massima e 90 di minima. I dati più recenti mostrano che solo il 10-20% dei pazienti ha la pressione ben controllata,il restante 80-90% non tiene sotto controllo la pressione per molteplici ragioni. Spesso queste persone neanche conoscono i valori ottimali; inoltre molti di loro non si recano dal medico per controlli periodici. In tale panorama, aliskiren rappresenta il capostipite di una nuova classe antipertensiva di inibitori diretti della renina, approvato dalla FDA , dall’EMEA e dall’AIFA nel trattamento dell’ipertensione alle dosi di 150 e 300 mg/die. In studi clinici a breve termine, aliskiren ha dimostrato di ridurre significativamente i livelli pressori in maniera dose-dipendente e di fornire un controllo pressorio ulteriore se associato ad ACE-inibitori, sartani, diuretici e calcio-antagonisti.

Aliskiren: casi clinici / DE ROSA, MARIA LEONARDA. - STAMPA. - (2010).

Aliskiren: casi clinici

DE ROSA, MARIA LEONARDA
2010

Abstract

L'ipertensione arteriosa rappresenta uno dei più significativi fattori di rischio di patologia cardiovascolare, per la quale costituisce la più rilevante causa diretta ed indiretta di morte. La terapia antiipertensiva riduce il rischio cardiovascolare legato all'ipertensione, ma per ottenere il beneficio è necessario che il medico padroneggi sia l'aspetto terapeutico sia le tecniche di valutazione del danno d'organo legato all'ipertensione ed all'approccio differenziato alla terapia antiipertensiva. Il crescere rapido dell'informazione, il sommarsi delle tecnologie e l'affermarsi di nuovi concetti terapeutici, rende necessario un efficace aggiornamento del medico in questo campo. Pertanto la presentazione di casi clinici evidenzia i progressi scientifici effettuati in ambito terapeutico, dove l'introduzione di una nuova classe di farmaci antiipertensivi, gli inibitori della renina, contribuisce a controllare efficacemente l'ipertensione nel paziente ad elevato rischio cardiovascolare con l’obiettivo formativo finalizzato all'utilizzo ed all'implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici. Le maggiori linee guida internazionali, come quelle europee (ESH/ESC), raccomandano livelli di pressione arteriosa <140/90 mm Hg; tuttavia, nonostante l’ampio panorama di terapie antipertensive disponibili, meno di un terzo dei pazienti ipertesi mantiene un adeguato compenso con valori accettabili. Per tale motivo è ancora attiva la ricerca di terapie innovative che possano facilitare il controllo pressorio. Dei 15 milioni di ipertesi del nostro Paese, almeno 3 milioni non sanno di esserlo, a causa del carattere asintomatico della patologia. Quattro pazienti su cinque non riescono a rientrare nei valori pressori ottimali indicati dall’OMS, ovvero al di sotto di 140 di massima e 90 di minima. I dati più recenti mostrano che solo il 10-20% dei pazienti ha la pressione ben controllata,il restante 80-90% non tiene sotto controllo la pressione per molteplici ragioni. Spesso queste persone neanche conoscono i valori ottimali; inoltre molti di loro non si recano dal medico per controlli periodici. In tale panorama, aliskiren rappresenta il capostipite di una nuova classe antipertensiva di inibitori diretti della renina, approvato dalla FDA , dall’EMEA e dall’AIFA nel trattamento dell’ipertensione alle dosi di 150 e 300 mg/die. In studi clinici a breve termine, aliskiren ha dimostrato di ridurre significativamente i livelli pressori in maniera dose-dipendente e di fornire un controllo pressorio ulteriore se associato ad ACE-inibitori, sartani, diuretici e calcio-antagonisti.
2010
9780161209870
Aliskiren: casi clinici / DE ROSA, MARIA LEONARDA. - STAMPA. - (2010).
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