Negli ultimi anni il concetto di rischio è oggetto del dibattito culturale in vari settori disciplinari ; in realtà, però, il termine non è inteso in maniera univoca, quanto piuttosto è variamente interpretato a seconda dell'ambito scelto.Ad una definizione articolata e complessa in relazione alla prospettiva di chi ne analizza le specificazioni, fa da corollario un'ulteriore difficoltà rappresentata dalla inadeguatezza degli strumenti di rappresentazione e misurazione del rischio stesso. L'individuazione e la quantificazione delle variabili necessarie per una corretta analisi e mitigazione del rischio non sono operazioni semplici in relazione alla presenza di fattori intangibili, imprevedibili, difficilmente quantificabili anche perché non valutabili in termini assoluti ma rapportati di volta in volta alle pesanti ricadute sulla struttura territoriale investita dalla calamità. Il rischio è, di conseguenza, correlato sia alla natura ed alla pericolosità dell'evento stesso, quanto alla struttura antropica dell'aria di riferimento: da tali considerazioni scaturiscono sia una procedura di articolazione tassonomica del rischio che può essere classificato o tenendo conto dei fattori che lo determinano o dello scenario nel quale esso si verifica, quanto della metodologia da seguire nell'individuazione degli ambiti di definizione degli scenari. Annoverato tra i rischi di natura antropica, il rischio ambientale si pone in una posizione di intersezione tra tutte le tipologie possibili ed è quella che si presenta con modalità complesse ed articolate; queste caratteristiche rendono tale tipologia di rischio molto dibattuta ed attuale.Il rischio ambientale, quindi, si configura come determinato sia da cause rapportabili alla presenza antropica (che determinano dunque rischi legati all'inquinamento e rischi tecnologici), sia da fenomeni naturali . Ciononostante, però, la scelta di definire questo rischio come antropico deriva dal fatto che è legato alla presenza o all'opera dell'uomo. La possibilità che il verificarsi di un certo fenomeno naturale diventi causa di danni significativi alla popolazione e all'economia di una data regione diventa, quindi, il metro di misurazione di tale rischio che è funzione della pericolosità e della vulnerabilità di un territorio; parametri i cui effetti amplificatori possono essere principalmente rinvenuti nella presenza antropica che, agendo attivamente sull'ambiente circostante, può causare, accelerare o semplicemente incidere sulle cause di determinazione del rischio.La definizione di rischio ambientale è riferita inoltre ad un concetto di soglia: per poter varare delle efficaci politiche sul territorio è necessario stabilire un limite massimo di danni che la regione è in grado di sopportare senza che si registrino problemi eccessivi. La valutazione del rischio consisterà allora nel calcolare la probabilità che sia oltrepassata la soglia stabilita in funzione dei vari fenomeni naturali che si potranno verificare. Per raggiungere l'obiettivo della difesa del suolo e della tutela dell'ambiente, in uno contesto siffatto, occorre coniugare alla mitigazione delle precondizioni di rischio, una gestione del territorio che intervenga sulle modalità di utilizzo del suolo in modo coerente in relazione a interventi di trasformazione sostenibili e compatibili.Il confronto sistematico tra vulnerabilità del territorio e fenomeni di pericolosità è di conseguenza indispensabile per operare una scelta tra le diverse opzioni di pianificazione relative alla costruzione di nuovi manufatti ed infrastrutture ed alla predisposizione di nuove attività. Si potrà così valutare se la vulnerabilità tenderà a crescere o se i programmi in atto saranno in grado di ridurre i rischi complessivi agendo su quei fenomeni che minano l'integrità del territorio nei suoi vari caratteri.A tal fine, oltre alla specifica pianificazione di settore, assume rilievo anche il ruolo svolto dalla programmazione e pianificazione a diversa e più ampia scala, come quella provinciale rappresentata dal Piano Territoriale di Coordinamento che, quale strumento intermedio, appare in grado di svolgere una efficace azione di raccordo tra i vari livelli intervento territoriale rappresentando, nel contempo, un chiaro riferimento nei riguardi della pianificazione comunale il cui effetti sono immediati e diretti sia sull'integrità l'integrità fisica del territorio, quanto sulla difesa del suolo e, più in generale, sulla tutela dell'ambiente in generale.

Vulnerabilità naturale e sicurezza urbana: un approccio geografico al tema del “rischio vulcanico / LA FORESTA, Daniela. - STAMPA. - (2008), pp. 161-177.

Vulnerabilità naturale e sicurezza urbana: un approccio geografico al tema del “rischio vulcanico

LA FORESTA, DANIELA
2008

Abstract

Negli ultimi anni il concetto di rischio è oggetto del dibattito culturale in vari settori disciplinari ; in realtà, però, il termine non è inteso in maniera univoca, quanto piuttosto è variamente interpretato a seconda dell'ambito scelto.Ad una definizione articolata e complessa in relazione alla prospettiva di chi ne analizza le specificazioni, fa da corollario un'ulteriore difficoltà rappresentata dalla inadeguatezza degli strumenti di rappresentazione e misurazione del rischio stesso. L'individuazione e la quantificazione delle variabili necessarie per una corretta analisi e mitigazione del rischio non sono operazioni semplici in relazione alla presenza di fattori intangibili, imprevedibili, difficilmente quantificabili anche perché non valutabili in termini assoluti ma rapportati di volta in volta alle pesanti ricadute sulla struttura territoriale investita dalla calamità. Il rischio è, di conseguenza, correlato sia alla natura ed alla pericolosità dell'evento stesso, quanto alla struttura antropica dell'aria di riferimento: da tali considerazioni scaturiscono sia una procedura di articolazione tassonomica del rischio che può essere classificato o tenendo conto dei fattori che lo determinano o dello scenario nel quale esso si verifica, quanto della metodologia da seguire nell'individuazione degli ambiti di definizione degli scenari. Annoverato tra i rischi di natura antropica, il rischio ambientale si pone in una posizione di intersezione tra tutte le tipologie possibili ed è quella che si presenta con modalità complesse ed articolate; queste caratteristiche rendono tale tipologia di rischio molto dibattuta ed attuale.Il rischio ambientale, quindi, si configura come determinato sia da cause rapportabili alla presenza antropica (che determinano dunque rischi legati all'inquinamento e rischi tecnologici), sia da fenomeni naturali . Ciononostante, però, la scelta di definire questo rischio come antropico deriva dal fatto che è legato alla presenza o all'opera dell'uomo. La possibilità che il verificarsi di un certo fenomeno naturale diventi causa di danni significativi alla popolazione e all'economia di una data regione diventa, quindi, il metro di misurazione di tale rischio che è funzione della pericolosità e della vulnerabilità di un territorio; parametri i cui effetti amplificatori possono essere principalmente rinvenuti nella presenza antropica che, agendo attivamente sull'ambiente circostante, può causare, accelerare o semplicemente incidere sulle cause di determinazione del rischio.La definizione di rischio ambientale è riferita inoltre ad un concetto di soglia: per poter varare delle efficaci politiche sul territorio è necessario stabilire un limite massimo di danni che la regione è in grado di sopportare senza che si registrino problemi eccessivi. La valutazione del rischio consisterà allora nel calcolare la probabilità che sia oltrepassata la soglia stabilita in funzione dei vari fenomeni naturali che si potranno verificare. Per raggiungere l'obiettivo della difesa del suolo e della tutela dell'ambiente, in uno contesto siffatto, occorre coniugare alla mitigazione delle precondizioni di rischio, una gestione del territorio che intervenga sulle modalità di utilizzo del suolo in modo coerente in relazione a interventi di trasformazione sostenibili e compatibili.Il confronto sistematico tra vulnerabilità del territorio e fenomeni di pericolosità è di conseguenza indispensabile per operare una scelta tra le diverse opzioni di pianificazione relative alla costruzione di nuovi manufatti ed infrastrutture ed alla predisposizione di nuove attività. Si potrà così valutare se la vulnerabilità tenderà a crescere o se i programmi in atto saranno in grado di ridurre i rischi complessivi agendo su quei fenomeni che minano l'integrità del territorio nei suoi vari caratteri.A tal fine, oltre alla specifica pianificazione di settore, assume rilievo anche il ruolo svolto dalla programmazione e pianificazione a diversa e più ampia scala, come quella provinciale rappresentata dal Piano Territoriale di Coordinamento che, quale strumento intermedio, appare in grado di svolgere una efficace azione di raccordo tra i vari livelli intervento territoriale rappresentando, nel contempo, un chiaro riferimento nei riguardi della pianificazione comunale il cui effetti sono immediati e diretti sia sull'integrità l'integrità fisica del territorio, quanto sulla difesa del suolo e, più in generale, sulla tutela dell'ambiente in generale.
2008
9788895332017
Vulnerabilità naturale e sicurezza urbana: un approccio geografico al tema del “rischio vulcanico / LA FORESTA, Daniela. - STAMPA. - (2008), pp. 161-177.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/373881
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