Esito di pluriennali e approfondite ricerche svolte in Italia e all'estero, il volume tratta in maniera sistematica le plurime interrelazioni tra l'isola di Capri - nella sua consistenza critica e nella sua valenza mitica - e la cultura architettonica nazionale e internazionale degli ultimi due secoli, concentrandosi sul denso e articolato succedersi di riflessioni e fantasie, rilevazioni e progetti, scritti e costruzioni. Sulla base di nuove prospettive critiche e di molteplici materiali inediti, lo studio riesce così a mettere in luce i molteplici e pregnanti risvolti del rapporto tra Capri e gli architetti operanti tra Otto e Novecento. Sia per l'incanto dei suoi paesaggi, che per lo speciale fascino delle sue costruzioni spontanee, l'isola di Capri ha da sempre esercitato una particolare attrattiva sugli architetti. Per tutto l'Ottocento i progettisti europei - e soprattutto scandinavi, tedeschi e francesi - la considerano una tappa fondamentale del loro Grand Tour di formazione: disegnano con costanza fogli di grande qualità artistica, riprendono gli scenari urbani più pittoreschi, le costruzioni rurali più inusitate, elaborano fantasie grafiche per ricostruire idealmente con matita china e acquerello inquietanti resti di rovine romane. Allorché a fine Ottocento Capri diventa meta del turismo internazionale e luogo elitario di villeggiatura, pittori e scrittori scelgono l'isola come luogo ideale per sperimentare architetture speciali: dapprima nella linea dell'orientalismo, soggiogati dal fascino esotico dell'isola; in seguito rimeditando sui temi della classicità, rendendo omaggio ai tanti resti archeologici e alla memoria di Tiberio. Nel primo Novecento gli architetti sognano una mediterraneità fatta di linde case bianche in cui si incarna un'antica saggezza popolare ed eleggono quei luoghi incantati come scenari ideali per l'architettura moderna e per l'ideologia futurista.
Capri e gli architetti / Mangone, Fabio. - STAMPA. - (2004).
Capri e gli architetti
MANGONE, FABIO
2004
Abstract
Esito di pluriennali e approfondite ricerche svolte in Italia e all'estero, il volume tratta in maniera sistematica le plurime interrelazioni tra l'isola di Capri - nella sua consistenza critica e nella sua valenza mitica - e la cultura architettonica nazionale e internazionale degli ultimi due secoli, concentrandosi sul denso e articolato succedersi di riflessioni e fantasie, rilevazioni e progetti, scritti e costruzioni. Sulla base di nuove prospettive critiche e di molteplici materiali inediti, lo studio riesce così a mettere in luce i molteplici e pregnanti risvolti del rapporto tra Capri e gli architetti operanti tra Otto e Novecento. Sia per l'incanto dei suoi paesaggi, che per lo speciale fascino delle sue costruzioni spontanee, l'isola di Capri ha da sempre esercitato una particolare attrattiva sugli architetti. Per tutto l'Ottocento i progettisti europei - e soprattutto scandinavi, tedeschi e francesi - la considerano una tappa fondamentale del loro Grand Tour di formazione: disegnano con costanza fogli di grande qualità artistica, riprendono gli scenari urbani più pittoreschi, le costruzioni rurali più inusitate, elaborano fantasie grafiche per ricostruire idealmente con matita china e acquerello inquietanti resti di rovine romane. Allorché a fine Ottocento Capri diventa meta del turismo internazionale e luogo elitario di villeggiatura, pittori e scrittori scelgono l'isola come luogo ideale per sperimentare architetture speciali: dapprima nella linea dell'orientalismo, soggiogati dal fascino esotico dell'isola; in seguito rimeditando sui temi della classicità, rendendo omaggio ai tanti resti archeologici e alla memoria di Tiberio. Nel primo Novecento gli architetti sognano una mediterraneità fatta di linde case bianche in cui si incarna un'antica saggezza popolare ed eleggono quei luoghi incantati come scenari ideali per l'architettura moderna e per l'ideologia futurista.File | Dimensione | Formato | |
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F. Mangone, Capri e gli architetti, Massa 2004.pdf
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