L'identificazione degli obiettivi Lo Studio di Fattibilità Risanamento ambientale, recupero e rigualificagione ai fini produttivi ecocomj atibili e di serviài al/a per¬sona e alla collettività di aree industriali dismesse allocate nel centro del comune di Casoria è incentrato su cinque aree industriali dismesse, disposte nella parte centrale del territorio urbano di Casoria. L'Amministrazione Comunale, in un documen¬to definito Idea-Progetto, aveva preliminarmente fissato gli obiettivi da conseguire attraverso gli approfondimenti ana¬litici e progettuali dello Studio di Fattibilità: il miglioramento della qualità ambientale, inteso come recupero di vivibi¬lità in aree urbane degradate, il consolidamento e lo sviluppo di attività economiche, il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture. In particolare l'Idea-Progetto per le cinque aree dismesse individuava inizialmente una sequenza di operazioni di trasformazione urbana, con alcune specificazioni di carattere funzionale: 1 la predisposizione infrastrutturale di due aree attrezzate destinate ad ospitare attività industriali leggere, non in¬quinanti e compatibili con il tessuto urbano circostante, dotate dei servizi necessari alla produzione; 2 il trasferimento nelle aree suddette di imprese, attualmente operanti in capannoni situati nel centro cittadino e con esso incompatibili; 3 la predisposizione infrastrutturale di un'area da destinare esclusivamente ad attività artigianali ecocompatibili di produzione, esposizione e commercializzazione; 4 il trasferimento nell'area suddetta di imprese artigiane operanti in Iocali impropri del centro cittadino; 5 la predisposizione infrastrutturale di un'area, destinata ad ospitare impianti, attività sportive e per il tempo li¬bero; 6 la predisposizione infrastrutturale di un'area, destinata ad ospitare un grande parco urbano con attrezzature di interesse collettivo. In riferimento a questa domanda iniziale, nello Studio di Fattibilità si è lavorato preliminarmente all'individuazio¬ne delle relazioni tra la peculiarità morfologico-posizionale e tipologica di ognuna delle cinque aree e le possibili vo¬cazioni. Si è reso anche necessario uno specifico approfondimento sulla questione delle destinazioni d'uso, le quali sono state intese come problema autonomo all'interno della singola area, ma sempre in riferimento ad una strategia imperniata fondamentalmente sull'idea dell'integrazione dei luoghi produttivi nella città attraverso il rafforzamento di connessioni, collegamenti e interrelazioni, anche di livello metropolitano, definendo aree di correlazione e di inter¬scambio tra le funzioni produttive e le funzioni urbane. In questa ottica, più sinteticamente, si può affermare che si è lavorato alla costruzione di un sistema di luoghi cen¬trali, un tema che si origina dalla specificità del sistema delle aree industriali dismesse di Casoria, ma che rientra in un filone di elaborazioni, ormai molto diffuse, che traggono almeno in Italia un riferimento preciso nell'esperienza del «Progetto Grande Bicocca» a Milano, il cui obiettivo specifico era appunto quello della costruzione di un polo di cen¬tralità, caratterizzato dalla mescolanza di funzioni e dalla presenza di attività universitarie e di ricerca. A Casoria l'obiettivo della costruzione di elementi di centralità può essere conseguito attraverso un sistema diffu¬so ma concepito unitariamente e in questo senso assume tratti peculiari, con differenze notevoli rispetto ad altri casi italiani e stranieri, che pure rientrano nella stessa problematica generale della dismissione. L'obiettivo della costruzione di un sistema di luoghi centrali concatenati trae la propria ragione d'essere dalla scel¬ta di estendere la condizione urbana oltre l'arco delle colline che contornano Napoli. L'ipotesi di lavoro è quella della costruzione di un sistema unico periferia interna orientale della città e periferia esterna nord-orientale, inteso come un sistema urbano diffuso, riarricolato intorno ad aree che possono rappresentare gli elementi di riferimento in una gran¬de operazione di riqualificazione urbana. In questa ottica alcuni anni fa, nella prima fase di sviluppo del dibattito sulle aree dismesse, abbiamo elaborato una proposta progettuale per l'area orientale di Napoli, imperniata sull'individuazio¬ne di alcuni grandi poli di concentrazione di attività industriali, terziari e di ricerca, considerati come luoghi di riferi¬mento in una più ampia prospettiva di trasformazione dell'intera area'. Su questo aspetto una riflessione di grande interesse è stata avanzata più recentemente da Daniele Vitale, allorché sostiene: «la condizione della città di f arnmenta ione, di divisione, di scontro trai arti e logiche differenti è la condigione nella quale noi operiamo. Ma insieme noi dobbiamo riconoscere questo fatto, cioè che le realtà urbane hanno delle logiche diverse dai singoli fatti urbani. Così le aree interstigiali si mostrano nel loro insieme, quanto la città storica, con una loro compatte gga, con una loro logica di dìstribugio¬ne e quindi iuJ:tano ad un progetto collettivo»'. Le cinque aree individuate rappresentano un campione molto ampio e significativo nell'ambito di un problema ur¬bano-territoriale compiuto e complesso, che riguarda di fatto un'area più estesa, ma che è più ampio, anche solo in ri¬ferimento alla stessa Casoria. Il tema della concatenazione e dell'unità progettuale di un complesso di aree interstiziali disposte in una parte con¬sistente e ben individuabile dell'area napoletana, rappresenta un aspetto determinante nell'impostazione dello Studio di Fattibilità. Nello stesso tempo si è però tenuto conto di altre considerazioni e interpretazioni della città contempo¬ranea, che al contrario pongono al centro della riflessione la questione della frammentazione. Bernardo Secchi sotto¬linea che: « nella città contemporanea si rappresenta una nuova forma del tempo: una società diversamente costituita e strutturata dalla società moderna, un'economia diversamente organi.ggata. Figura principale della città contemporanea non è la continuità e il suo articolar¬si nella divisionerpagiale del lavoro e nella gerarchia tra centro eperfèria, ma ad ogni scala ciò che si rappresenta nella città contempo¬ranea è il frammento. La città contemporanea è una città frattale... l'esito di un progetto di una città fatta a peggi, eterogenea e disconti¬nua in molte sue parti, che alle diverse scale mantiene la separate gga come proprio carattere costitutivo... Un progetto di città frattale è un progetto decentrato che si realig a anche per piccole parti in momenti separati». Da un lato quindi il progetto per le cinque aree è stato concepito come un progetto unitario, che si misura con un tempo e una condizione spaziale precisa della città, dall'altro, in quanto la sua definizione è la risultante di processi ir¬riducibilmente discontinui, è un progetto che può realizzarsi anche per elementi compiuti e autonomi, in momenti e fasi separate. Si delinea così la possibilità di costruzione di una strategia, che impone all'Amministrazione di adeguare e di pre¬cisare i programmi funzionali, in relazione alle concrete possibilità di azione che si determinano nelle diverse aree in funzione di accordi con diversi soggetti. Sarebbe in questa fase sbagliato piegare gli obiettivi generali da conseguire ad un quadro organizzativo e funzionale rigidamente precostituito. In questa ottica l'esperienza di Casoria è stata intesa come un campo di sperimentazione, anche rispetto alla que¬stione, riassunta da Vittorio Gregotti, del rapporto tra i diversi strumenti di pianificazione e di trasformazione urba¬na: «la questione delle aree ds nres e ha oramai dilatato in tutta Europa iipropieo significato sino a produrre un nuovo modo di attuare lapianijicagione urbana e territozale. Lungi dal rappresentare la fine del piano, esse sono per il piano stesso una nuova condigioae di pos¬ihilitù, in grado di cogliere un'occasione storica di trafor-rllagione concreta che non si presenterle pile per molti anni a venire, simile per al¬cuni aspetti al momento dell'armatura industriale della città e alle conseguenge che essa ha avuto durante gli ci!il due secoli. Bernardo Secchi ha paragonalo questi storica occasione per il rinnovasaaento della città europea al fenomeno dell'incamcian', er'o dei beni ecclesiastici che dall'ottobre del 1789 dette l'occasione per dotare le nostre ci//le, attraverso radicali cambiamenti di destina gione d'uso dei grandi coni-lessi monumentali, di una serie di importanti servizi collettivi» 4. D'altra parte la stessa domanda progettuale espressa nell'Idea-Progetto mette in luce la difficoltà del tema sotto il profilo dei contenuti specifici, espressi in un programma in cui si intrecciano attrezzature urbane di tipo tradizionale, soprattutto parchi, e funzioni strategiche pensate per rivitalizzare l'economia locale, assegnando a Casoria il ruolo di polo attrattivo di uno sviluppo, incentrato anche su nuovi settori produttivi di alta qualità. In questa ottica è emersa la necessità di prevedere una città adeguatamente attrezzata a convivere con le attività produttive, anche di tipo industria¬le, accettando la «commistione», come un dato del suo processo di sviluppo. La ricerca di funzioni strategiche per lo sviluppo avviene a Casoria entro una vicenda produttiva, che assume con¬notati specifici, proponendo una città delle fabbriche incompiuta e insolita negli stessi presupposti che l'hanno deter¬minata. Una città dove i «materiali» della città industriale hanno rappresentato spesso corpi estranei entro un tessuto, che sembrava, almeno in parte, assecondare altre vocazioni. In ogni caso la questione della trasformazione delle pree¬sistenti aree produttive si rapporta ad un contesto locale debolmente strutturato, un contesto in cui non emerge un'identità urbana compiuta. Partendo da questo presupposto, si è delineato un percorso basato su una molteplicità di azioni di carattere cono¬scitivo e progettuale ad un tempo, differenziate in relazione alle situazioni di contesto. Alla varietà dei casi si sono date risposte articolate attraverso una varietà di progetti, i quali, senza annullare caratteri e ruoli delle aree produttive, hanno esplorato un campo ampio di possibilità, stabilendo precisi confronti con potenziali trasformazioni di più ampia por¬tata da realizzare nelle diverse aree urbane. L'obiettivo principale della politica di rinnovamento del sistema produttivo è quello dell'infrastrutturazione, di un livello di «attrezzatura», che abbia positivi riflessi sul versante urbano, ma che rappresenti anche un fattore di qualifi¬cazione delle attività. In questa logica, richiamando ancora alcune considerazioni di Vittorio Gregotti a margine del Progetto Bicocca, si può ridefinire nelle linee generali il programma dell'Idea-Progetto, per le cinque aree, posto alla base dello Studio di Fattibilità: « una sifficiente articolafione delle de.rtina~ioni d'uso e dei servici e la presentii, alproprio interno, di un .rervigio saperzore, di valenza territoriale; un ieten:Za socialmente d ff rengiata al proprio interno per al, ti, capacità di spesa, mescolan a di origine, di età, di condizioni; la cura nel disegno e nella gestione degli spazi aperti e colleii, '~: strade, piag:Ze, viali e verde; un sistema della mobilità che consenta un accesso antosuffacierec e differengialo; un disegno urbano ordinato da unprecifo sistema inrediativo, dalla c&aree legnibilità; una steuttura in brado di far ncorao nere parti e . pali identìcahth e variati nella loro concatenazione» '. Un ultimo aspetto importante di impostazione dello Studio di Fattibilità riguarda la scala dei progetti. Lavorare sui contesti urbano-territoriali di Casoria significa da un lato coinvolgere la scala geografica, dall'altro procedere ad un'os¬servazione attenta della situazione, che impone un livello di dettaglio. Questi diversi livelli conoscitivi sono stati ricom¬posti attraverso un lavoro alla scala progettuale intermedia, che ha inglobato nel lavoro progettuale le parti e gli ele¬menti strettamente indispensabili per definire ipotesi compiute di trasformazione urbana.

La formazione dei nuovi luoghi centrali. Il recupero delle aree industriali dismesse a Casoria / Miano, Pasquale. - STAMPA. - (2005).

La formazione dei nuovi luoghi centrali. Il recupero delle aree industriali dismesse a Casoria

MIANO, PASQUALE
2005

Abstract

L'identificazione degli obiettivi Lo Studio di Fattibilità Risanamento ambientale, recupero e rigualificagione ai fini produttivi ecocomj atibili e di serviài al/a per¬sona e alla collettività di aree industriali dismesse allocate nel centro del comune di Casoria è incentrato su cinque aree industriali dismesse, disposte nella parte centrale del territorio urbano di Casoria. L'Amministrazione Comunale, in un documen¬to definito Idea-Progetto, aveva preliminarmente fissato gli obiettivi da conseguire attraverso gli approfondimenti ana¬litici e progettuali dello Studio di Fattibilità: il miglioramento della qualità ambientale, inteso come recupero di vivibi¬lità in aree urbane degradate, il consolidamento e lo sviluppo di attività economiche, il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture. In particolare l'Idea-Progetto per le cinque aree dismesse individuava inizialmente una sequenza di operazioni di trasformazione urbana, con alcune specificazioni di carattere funzionale: 1 la predisposizione infrastrutturale di due aree attrezzate destinate ad ospitare attività industriali leggere, non in¬quinanti e compatibili con il tessuto urbano circostante, dotate dei servizi necessari alla produzione; 2 il trasferimento nelle aree suddette di imprese, attualmente operanti in capannoni situati nel centro cittadino e con esso incompatibili; 3 la predisposizione infrastrutturale di un'area da destinare esclusivamente ad attività artigianali ecocompatibili di produzione, esposizione e commercializzazione; 4 il trasferimento nell'area suddetta di imprese artigiane operanti in Iocali impropri del centro cittadino; 5 la predisposizione infrastrutturale di un'area, destinata ad ospitare impianti, attività sportive e per il tempo li¬bero; 6 la predisposizione infrastrutturale di un'area, destinata ad ospitare un grande parco urbano con attrezzature di interesse collettivo. In riferimento a questa domanda iniziale, nello Studio di Fattibilità si è lavorato preliminarmente all'individuazio¬ne delle relazioni tra la peculiarità morfologico-posizionale e tipologica di ognuna delle cinque aree e le possibili vo¬cazioni. Si è reso anche necessario uno specifico approfondimento sulla questione delle destinazioni d'uso, le quali sono state intese come problema autonomo all'interno della singola area, ma sempre in riferimento ad una strategia imperniata fondamentalmente sull'idea dell'integrazione dei luoghi produttivi nella città attraverso il rafforzamento di connessioni, collegamenti e interrelazioni, anche di livello metropolitano, definendo aree di correlazione e di inter¬scambio tra le funzioni produttive e le funzioni urbane. In questa ottica, più sinteticamente, si può affermare che si è lavorato alla costruzione di un sistema di luoghi cen¬trali, un tema che si origina dalla specificità del sistema delle aree industriali dismesse di Casoria, ma che rientra in un filone di elaborazioni, ormai molto diffuse, che traggono almeno in Italia un riferimento preciso nell'esperienza del «Progetto Grande Bicocca» a Milano, il cui obiettivo specifico era appunto quello della costruzione di un polo di cen¬tralità, caratterizzato dalla mescolanza di funzioni e dalla presenza di attività universitarie e di ricerca. A Casoria l'obiettivo della costruzione di elementi di centralità può essere conseguito attraverso un sistema diffu¬so ma concepito unitariamente e in questo senso assume tratti peculiari, con differenze notevoli rispetto ad altri casi italiani e stranieri, che pure rientrano nella stessa problematica generale della dismissione. L'obiettivo della costruzione di un sistema di luoghi centrali concatenati trae la propria ragione d'essere dalla scel¬ta di estendere la condizione urbana oltre l'arco delle colline che contornano Napoli. L'ipotesi di lavoro è quella della costruzione di un sistema unico periferia interna orientale della città e periferia esterna nord-orientale, inteso come un sistema urbano diffuso, riarricolato intorno ad aree che possono rappresentare gli elementi di riferimento in una gran¬de operazione di riqualificazione urbana. In questa ottica alcuni anni fa, nella prima fase di sviluppo del dibattito sulle aree dismesse, abbiamo elaborato una proposta progettuale per l'area orientale di Napoli, imperniata sull'individuazio¬ne di alcuni grandi poli di concentrazione di attività industriali, terziari e di ricerca, considerati come luoghi di riferi¬mento in una più ampia prospettiva di trasformazione dell'intera area'. Su questo aspetto una riflessione di grande interesse è stata avanzata più recentemente da Daniele Vitale, allorché sostiene: «la condizione della città di f arnmenta ione, di divisione, di scontro trai arti e logiche differenti è la condigione nella quale noi operiamo. Ma insieme noi dobbiamo riconoscere questo fatto, cioè che le realtà urbane hanno delle logiche diverse dai singoli fatti urbani. Così le aree interstigiali si mostrano nel loro insieme, quanto la città storica, con una loro compatte gga, con una loro logica di dìstribugio¬ne e quindi iuJ:tano ad un progetto collettivo»'. Le cinque aree individuate rappresentano un campione molto ampio e significativo nell'ambito di un problema ur¬bano-territoriale compiuto e complesso, che riguarda di fatto un'area più estesa, ma che è più ampio, anche solo in ri¬ferimento alla stessa Casoria. Il tema della concatenazione e dell'unità progettuale di un complesso di aree interstiziali disposte in una parte con¬sistente e ben individuabile dell'area napoletana, rappresenta un aspetto determinante nell'impostazione dello Studio di Fattibilità. Nello stesso tempo si è però tenuto conto di altre considerazioni e interpretazioni della città contempo¬ranea, che al contrario pongono al centro della riflessione la questione della frammentazione. Bernardo Secchi sotto¬linea che: « nella città contemporanea si rappresenta una nuova forma del tempo: una società diversamente costituita e strutturata dalla società moderna, un'economia diversamente organi.ggata. Figura principale della città contemporanea non è la continuità e il suo articolar¬si nella divisionerpagiale del lavoro e nella gerarchia tra centro eperfèria, ma ad ogni scala ciò che si rappresenta nella città contempo¬ranea è il frammento. La città contemporanea è una città frattale... l'esito di un progetto di una città fatta a peggi, eterogenea e disconti¬nua in molte sue parti, che alle diverse scale mantiene la separate gga come proprio carattere costitutivo... Un progetto di città frattale è un progetto decentrato che si realig a anche per piccole parti in momenti separati». Da un lato quindi il progetto per le cinque aree è stato concepito come un progetto unitario, che si misura con un tempo e una condizione spaziale precisa della città, dall'altro, in quanto la sua definizione è la risultante di processi ir¬riducibilmente discontinui, è un progetto che può realizzarsi anche per elementi compiuti e autonomi, in momenti e fasi separate. Si delinea così la possibilità di costruzione di una strategia, che impone all'Amministrazione di adeguare e di pre¬cisare i programmi funzionali, in relazione alle concrete possibilità di azione che si determinano nelle diverse aree in funzione di accordi con diversi soggetti. Sarebbe in questa fase sbagliato piegare gli obiettivi generali da conseguire ad un quadro organizzativo e funzionale rigidamente precostituito. In questa ottica l'esperienza di Casoria è stata intesa come un campo di sperimentazione, anche rispetto alla que¬stione, riassunta da Vittorio Gregotti, del rapporto tra i diversi strumenti di pianificazione e di trasformazione urba¬na: «la questione delle aree ds nres e ha oramai dilatato in tutta Europa iipropieo significato sino a produrre un nuovo modo di attuare lapianijicagione urbana e territozale. Lungi dal rappresentare la fine del piano, esse sono per il piano stesso una nuova condigioae di pos¬ihilitù, in grado di cogliere un'occasione storica di trafor-rllagione concreta che non si presenterle pile per molti anni a venire, simile per al¬cuni aspetti al momento dell'armatura industriale della città e alle conseguenge che essa ha avuto durante gli ci!il due secoli. Bernardo Secchi ha paragonalo questi storica occasione per il rinnovasaaento della città europea al fenomeno dell'incamcian', er'o dei beni ecclesiastici che dall'ottobre del 1789 dette l'occasione per dotare le nostre ci//le, attraverso radicali cambiamenti di destina gione d'uso dei grandi coni-lessi monumentali, di una serie di importanti servizi collettivi» 4. D'altra parte la stessa domanda progettuale espressa nell'Idea-Progetto mette in luce la difficoltà del tema sotto il profilo dei contenuti specifici, espressi in un programma in cui si intrecciano attrezzature urbane di tipo tradizionale, soprattutto parchi, e funzioni strategiche pensate per rivitalizzare l'economia locale, assegnando a Casoria il ruolo di polo attrattivo di uno sviluppo, incentrato anche su nuovi settori produttivi di alta qualità. In questa ottica è emersa la necessità di prevedere una città adeguatamente attrezzata a convivere con le attività produttive, anche di tipo industria¬le, accettando la «commistione», come un dato del suo processo di sviluppo. La ricerca di funzioni strategiche per lo sviluppo avviene a Casoria entro una vicenda produttiva, che assume con¬notati specifici, proponendo una città delle fabbriche incompiuta e insolita negli stessi presupposti che l'hanno deter¬minata. Una città dove i «materiali» della città industriale hanno rappresentato spesso corpi estranei entro un tessuto, che sembrava, almeno in parte, assecondare altre vocazioni. In ogni caso la questione della trasformazione delle pree¬sistenti aree produttive si rapporta ad un contesto locale debolmente strutturato, un contesto in cui non emerge un'identità urbana compiuta. Partendo da questo presupposto, si è delineato un percorso basato su una molteplicità di azioni di carattere cono¬scitivo e progettuale ad un tempo, differenziate in relazione alle situazioni di contesto. Alla varietà dei casi si sono date risposte articolate attraverso una varietà di progetti, i quali, senza annullare caratteri e ruoli delle aree produttive, hanno esplorato un campo ampio di possibilità, stabilendo precisi confronti con potenziali trasformazioni di più ampia por¬tata da realizzare nelle diverse aree urbane. L'obiettivo principale della politica di rinnovamento del sistema produttivo è quello dell'infrastrutturazione, di un livello di «attrezzatura», che abbia positivi riflessi sul versante urbano, ma che rappresenti anche un fattore di qualifi¬cazione delle attività. In questa logica, richiamando ancora alcune considerazioni di Vittorio Gregotti a margine del Progetto Bicocca, si può ridefinire nelle linee generali il programma dell'Idea-Progetto, per le cinque aree, posto alla base dello Studio di Fattibilità: « una sifficiente articolafione delle de.rtina~ioni d'uso e dei servici e la presentii, alproprio interno, di un .rervigio saperzore, di valenza territoriale; un ieten:Za socialmente d ff rengiata al proprio interno per al, ti, capacità di spesa, mescolan a di origine, di età, di condizioni; la cura nel disegno e nella gestione degli spazi aperti e colleii, '~: strade, piag:Ze, viali e verde; un sistema della mobilità che consenta un accesso antosuffacierec e differengialo; un disegno urbano ordinato da unprecifo sistema inrediativo, dalla c&aree legnibilità; una steuttura in brado di far ncorao nere parti e . pali identìcahth e variati nella loro concatenazione» '. Un ultimo aspetto importante di impostazione dello Studio di Fattibilità riguarda la scala dei progetti. Lavorare sui contesti urbano-territoriali di Casoria significa da un lato coinvolgere la scala geografica, dall'altro procedere ad un'os¬servazione attenta della situazione, che impone un livello di dettaglio. Questi diversi livelli conoscitivi sono stati ricom¬posti attraverso un lavoro alla scala progettuale intermedia, che ha inglobato nel lavoro progettuale le parti e gli ele¬menti strettamente indispensabili per definire ipotesi compiute di trasformazione urbana.
2005
9788849510591
La formazione dei nuovi luoghi centrali. Il recupero delle aree industriali dismesse a Casoria / Miano, Pasquale. - STAMPA. - (2005).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/201753
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