L’analisi di foraminiferi bentonici e ostracodi provenienti da circa 170 campioni, ottenuti da trivellazioni e serie esposte, ha costituito la base per uno studio delle successioni sedimentarie tardo quaternarie presenti nelle aree vulcaniche in Campania. I dati forniti dall’analisi delle microfaune sono stati integrati con quelli provenienti da altre discipline geologiche allo scopo di effettuare ricostruzioni paleo ambientali delle predette aree. Le località prescelte per questo studio, comprese nel Foglio 183-184 e nel Foglio 185 della Carta Geologica d’Italia, costituiscono esempi di aree di attivo vulcanismo quaternario della provincia campana. Sono state analizzate le microfaune di campioni provenienti da una serie di sondaggi a carotaggio continuo effettuati nella piana del F. Sarno; le microfaune rinvenute nella successione di Cava di Leccie, ubicata sul versante settentrionale del M.te Epomeo (Ischia), e quelle provenienti da una campionatura eseguita lungo il litorale di Cafieri (Ischia); infine, i foraminiferi bentonici dei depositi marini olocenici del terrazzo de La Starza (Pozzuoli, Campi Flegrei). Si tratta di aree caratterizzate da una dinamica geologica accelerata, che hanno conosciuto numerose, cospicue e rapide variazioni paleogeografiche nel corso del Quaternario. I risultati ottenuti dimostrano che la piana del F. Sarno è stata interessata nel corso del Pleistocene superiore da fenomeni trasgressivi e regressivi controllati sia dalle variazioni glacioeustatiche , sia dall’interazione tra subsidenza ed aggradazione sedimentaria; nell’Olocene, stabilitosi il livello marino intorno alle quote attuali, ha prevalso l’aggradazione, soprattutto piroclastica e si è avuta una pro gradazione polifasica. Sono state, quindi, riconosciute più linee di riva fino ai tempi storici. La zona flegrea ed ischi tana è stata sottoposta in tempi geologicamente recenti e brevi a fenomeni di prevalente sollevamento la cui entità e ritmi sono eccezionalmente alti e non paragonabili a quelli registrati nelle circostanti aree non vulcaniche le quali risultano, peraltro, subsidenti nello stesso intervallo di tempo. Infine, i dati relativi alla presenza e/o assenza delle specie rinvenute nelle campionature esaminate sono stati analizzati attraverso la Cluster Analysis allo scopo di ottenere indicazioni circa le correlazioni paleo ambientali tra le diverse aree studiate.

Studio del Pleistocene superiore - Olocene delle aree vulcaniche campane / Barra, Diana. - STAMPA. - (1991), pp. 1-298.

Studio del Pleistocene superiore - Olocene delle aree vulcaniche campane

BARRA, DIANA
1991

Abstract

L’analisi di foraminiferi bentonici e ostracodi provenienti da circa 170 campioni, ottenuti da trivellazioni e serie esposte, ha costituito la base per uno studio delle successioni sedimentarie tardo quaternarie presenti nelle aree vulcaniche in Campania. I dati forniti dall’analisi delle microfaune sono stati integrati con quelli provenienti da altre discipline geologiche allo scopo di effettuare ricostruzioni paleo ambientali delle predette aree. Le località prescelte per questo studio, comprese nel Foglio 183-184 e nel Foglio 185 della Carta Geologica d’Italia, costituiscono esempi di aree di attivo vulcanismo quaternario della provincia campana. Sono state analizzate le microfaune di campioni provenienti da una serie di sondaggi a carotaggio continuo effettuati nella piana del F. Sarno; le microfaune rinvenute nella successione di Cava di Leccie, ubicata sul versante settentrionale del M.te Epomeo (Ischia), e quelle provenienti da una campionatura eseguita lungo il litorale di Cafieri (Ischia); infine, i foraminiferi bentonici dei depositi marini olocenici del terrazzo de La Starza (Pozzuoli, Campi Flegrei). Si tratta di aree caratterizzate da una dinamica geologica accelerata, che hanno conosciuto numerose, cospicue e rapide variazioni paleogeografiche nel corso del Quaternario. I risultati ottenuti dimostrano che la piana del F. Sarno è stata interessata nel corso del Pleistocene superiore da fenomeni trasgressivi e regressivi controllati sia dalle variazioni glacioeustatiche , sia dall’interazione tra subsidenza ed aggradazione sedimentaria; nell’Olocene, stabilitosi il livello marino intorno alle quote attuali, ha prevalso l’aggradazione, soprattutto piroclastica e si è avuta una pro gradazione polifasica. Sono state, quindi, riconosciute più linee di riva fino ai tempi storici. La zona flegrea ed ischi tana è stata sottoposta in tempi geologicamente recenti e brevi a fenomeni di prevalente sollevamento la cui entità e ritmi sono eccezionalmente alti e non paragonabili a quelli registrati nelle circostanti aree non vulcaniche le quali risultano, peraltro, subsidenti nello stesso intervallo di tempo. Infine, i dati relativi alla presenza e/o assenza delle specie rinvenute nelle campionature esaminate sono stati analizzati attraverso la Cluster Analysis allo scopo di ottenere indicazioni circa le correlazioni paleo ambientali tra le diverse aree studiate.
1991
Studio del Pleistocene superiore - Olocene delle aree vulcaniche campane / Barra, Diana. - STAMPA. - (1991), pp. 1-298.
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